Il Leone d’Oro a Pierre Boulez

VENEZIA. “Mi avete fatto un regalo ...pesante“ ride commosso Pierre Boulez alzando in alto con le braccia tese il leone d'Oro alla carriera, che il presidente della Biennale Paolo Baratta e il direttore della Biennale Musica Ivan Fedele gli hanno consegnato, tra lo scrosciare di applausi del pubblico del teatro alle Tese. “E’ una grande gioia” dice.
Una serata che abbraccia l'uomo simbolo della musica contemporanea, la mente lucida e curiosa, dal parlare profondo e intrigante di chi nella sua vita è stato ed è grande compositore, musicista, direttore d'orchestra e insegnante per generazioni di giovani, storico e non ha ancora finito di aprirsi al mondo, nei suoi 86 anni.
Attorno al maestro si è stretto il mondo della musica italiana, insieme agli amici di sempre: dal sovrintendente della Scala Stephane Lissner a Michele dall'Ongaro sovrintendente dell'Orchestra Sinfonica della Rai e vice presidente dell'Accademia di S. Cecilia; dall'ex sovrintendente Gioacchino Lanza Tomasi al Nuria Schoenberg Nono, dal direttore artistico di MiTo Renzo Restagno a Caterina Caselli (che con la sua etichetta Sugar è editore di Ivan Fedele, compositore e direttore della BIennale Musica), e ancora lo scrittore Alberto Arbasino e l'architetto Vittorio Gregotti, Monique Vaute.
Poi tutti al piano nobile di Ca' Giustinian, insieme ai musicisti del suo ensemble, per una cena che l'ora avrebbe voluto leggera, ma il menu non ha reso tanto light, all'insegna della "tradizione veneta di terra": crema di zucca con lo speck croccante al profumo di coriandolo, sella di coniglio farcita con petto di faraona marinato al timo (dunque parliamo di animali da cortile), tiramisù in bicchiere agli agrumi di autunno (con le clementine e non con il cioccolato).
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