«Il lavoro è la prima urgenza del governo»

Palombella, segretario generale Uilm, incontra i delegati veneti: «Da Venezia parte un’azione forte»

«Centomila posti di lavoro persi in Veneto dal 2007 con una sofferenza che interessa oggi molti settori, in primis quello metalmeccanico, ci impongono di chiedere alla Regione Veneto di darsi una svegliata». Gerardo Colamarco , segretario regionale della Uil veneta, usa queste parole per accogliere Rocco Palombella, segretario generale della Uilm in giro per l’Italia per un confronto con i delegati in vista di un autunno che si preannuncia decisamente caldo.

Palombella ieri nella sede della Uil di via Bembo ha incontrato i delegati delle imprese metalmeccaniche di una regione che, come ha ricordato Colamarco, non è più la locomotiva del paese e perde investimenti, basta pensare all’affare saltato sulla torre Cardin. «Con 88 centri di ricerca serve una alleanza con le università e le aziende per investire in ricerca e formazione. Un tempo emigrava dal Veneto la manovalanza, oggi fuggono i giovani laureati, i cervelli».

Palombella incalza: «Serve il giusto riconoscimento verso una regione ricca di professionalità. Di fronte ad un panorama drammatico occorre una scatto delle Regioni virtuose e un sostegno forte del governo che deve rimettere il lavoro al centro della sua agenda». Vicende come quella della Riva di Verona, la situazione dei cantieri Fincantieri e delle tante imprese metalmeccaniche in difficoltà, tra chiusure o delocalizzazioni, dipingono un panorama a tinte fosche anche in Veneto e non aiuta neanche, dice Palombella, l’assenza di unità sindacale con la Fiom Cgil che «continua ad avere atteggiamenti più da partito che da organizzazione sindacale. Rispetto la loro scelta ma non sono d’accordo». Cosa serve per uscire dallo stallo? Occorre, dice Palombella, intervenire sulla tassazione che resta troppo alta, ridurre la burocrazia che allunga di molto i tempi per le autorizzazioni a produrre e di conseguenza ridurre il costo del lavoro altrimenti non arriveranno investimenti. «Da sola la piccola e media impresa non ce la può fare, per questo urge un intervento del governo. E tanto meno può agire l’operaio che si ritrova ostaggio di situazioni paradossali come quella della Riva dove una azienda che non è in crisi si ritrova con uno stop alla produzione». Il riferimento, più che mai chiaro è alla vicenda dello stabilimento della famiglia Riva a Verona dove Palombella sostiene la necessità di un intervento del governo che eviti gli effetti negativi del sequestro preventivo su stabilimenti che non sono direttamente coinvolti nella vicenda dell’Ilva di Taranto. Che azioni intende intraprendere la Uil, chiediamo. «Dal Veneto occorre lanciare una forte azione della categoria per indicare una strada possibile, senza giocare soltanto in difesa».

Mitia Chiarin

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