Il lancio dei palloncini e il ricordo degli amici
TORRE DI MOSTO. L’intera comunità si è fermata per rendere omaggio ad Andrea, Davide e Riccardo. Ieri pomeriggio su Torre di Mosto splendeva il sole e l’aria era mossa da un venticello primaverile. Ma durante tutta la cerimonia ha regnato un’atmosfera surreale, rotta solo dalle lacrime composte. Tutto il paese ha rispettato il lutto cittadino proclamato dal sindaco Geretto: bar e negozi sono rimasti chiusi fino a quasi le 17.
«Dopo 15 anni si ripete la stessa tragedia colma di dolore per tutti i nostri ragazzi», è il cartello che una madre ha appeso sui muri del paese. Il riferimento è all’incidente che accadde il 2 febbraio 2001, quando un’auto si schiantò contro un platano a Staffolo. Anche allora persero la vita tre giovani. Sul sagrato sono state disposte una decina di corone. Molte di rose bianche. Molte volute dalle famiglie dei vari borghi del paese, perché a Torre di Mosto il senso di comunità è ancora forte. Docenti e collaboratori delle scuole hanno espresso il loro cordoglio con un’epigrafe. Adagiato sulla facciata principale della chiesa un cartellone preparato dagli amici di Davide Antoniazzi, con decine di foto a ricostruire la vita spensierata del giovane.
Il ritratto di Riccardo e Andrea è stato affidato alle parole lette dal pulpito. Riccardo, che faceva il barman, è stato ricordato in un messaggio della fidanzata Giorgia. Lo ha letto il fratello, perché la ragazza non se l’è sentita: «Eri un miscuglio di allegria, dolcezza e felicità come un cocktail ad alta gradazione che ti lasciava stordito, ma contento. Sei riuscito a radicarti nel profondo delle persone che hai conosciuto». Una lettera emozionante, in cui la giovane ha ricordato anche il primo incontro con Riccardo, vicino al castello di Este.
«Tu eri amico nella pienezza del suo significato», è stato invece il messaggio degli amici di Andrea Pagotto, «ovunque sapevi portare l’allegria della tua risata, il tuo spirito di compagnia e la tua voglia di fare. Per i tuoi amici non ti sei mai tirato indietro». Ma Andrea era anche padre di una bimba di appena 9 anni. «Molti di noi hanno condiviso con te la felicità di quel giorno speciale, in cui un uomo diventa padre», hanno aggiunto gli amici, «eri poco più che un ragazzo, ma guidato dall’amore per quella piccola vita hai saputo essere all’altezza dell’arduo compito di essere genitori».
Al termine della cerimonia, il lancio dei palloncini ha preceduto il mesto corteo dell’ultimo viaggio verso il cimitero del paese.
Giovanni Monforte
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