Il ladro è nello studio foto postate su Facebook

Raid nell’atelier del tatuatore Filippo Gianni: spariti strumenti per seimila euro Il bandito filmato dalle telecamere. La vittima: «Un colpo su commissione»
Di Giovanni Cagnassi

Li ha filmati mentre rubavano nel suo laboratorio e "postati" nel suo profilo Facebook. Il maestro tatuatore Filippo Gianni ha voluto così esporre il ladro, o i ladri, al pubblico ludibrio per sensibilizzare i cittadini ai temi della sicurezza.

Cronaca di un furto in diretta. La scorsa notte, come si vede nel video delle telecamere interne e le foto scattate, un uomo non molto alto, con abiti sportivi, un berrettino che gli copriva parzialmente il viso, ha scassinato una finestra sul retro, poi la porta di ingresso, ed è entrato nel laboratorio di via Jesolo, dove Gianni esegue i suoi disegni tatuandoli sulla pelle di centinaia di appassionati e suoi estimatori che lo considerano una vera autorità nel settore.

Ha portato via tutti gli strumenti del maestro, vale a dire le sei macchinette per i tatuaggi, speciali pistole ad aghi, per un valore di circa 6 mila euro. Una volta arrivato la mattina, Filippo si è seduto alla sua postazione e, quando ha allungato la mano per prenderne una, non l'ha trovata, anzi non ne ha trovata alcuna. Allora ha capito che era stato commesso un furto, è corso alla videocamere interna e ha osservato quanto accaduto la notte appena trascorsa.

Dopo la rabbia si è sfogato dunque in rete, sul socialnetowrk, come altri hanno fatto in varie occasioni simili. Uno su tutti il noto dottor Paolo Madeisky, chirurgo della casa di cura Rizzola, che lo fece dopo il furto nella sua casa suscitando un appassionato dibattito .

«Si vede nitidamente», spiega il tatuatore, «un ragazzo in abiti sportivi che entra, rovista tutto come se stesse facendo la spesa, poi se ne va tranquillamente nella notte con un sacco che contiene quanto ha appena rubato. Va a prendere le macchinette più costose e sa dove andare. Io penso si tratti di un furto su commissione, perché è un ragazzo di colore e non ci sono tatuatori esperti di colore nel nostro settore. Qualcuno, dunque, è arrivato qui prima di lui, magari a farsi fare un tatuaggio, ha osservato e visto dove si trovavano le macchinette e ha organizzato di sicuro il colpo che mi ha causato un danno economico, ma soprattutto mi ha davvero disilluso perché siamo tutti bersagli che devono difendersi da questa criminalità».

«Abbiamo dei sospetti», conclude amareggiato Filippo Gianni, «e questo video che ha colto dei particolari, adesso vedremo cosa fare».

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