Il laboratorio forense dell’Asl 12 scopre le droghe degli stupri

Già 15 casi rilevati dalla struttura alla quale si rivolgono polizia, carabinieri e procure venete In tre anni 66 mila analisi: emergenza alcol e stupefacenti tra i giovani, con sostanze sempre nuove
Di Simone Bianchi

Aumentano le analisi sull’uso di alcol e stupefacenti, ed emergono i primi casi di somministrazione di droghe utilizzate per gli stupri. Il laboratorio di igiene ambientale e tossicologia forense (Liatf) compie tre anni e, gestito dalla Asl 12 a Mestre, è di fatto l’unico specializzato in Italia benché non universitario.

Un’attività particolarmente delicata, quella svolta dai ricercatori in servizio nei laboratori mestrini, cui fanno riferimento le forze dell’ordine e numerose procure italiane. Dal giugno 2010 al maggio scorso il Liatf ha eseguito 66 mila analisi, ricercando alcol, farmaci e stupefacenti su 12.500 campioni biologici inviati da aziende sanitarie, Polstrada, carabinieri, polizia locale, Finanza, prefetture, magistratura, aziende private a anche singoli soggetti per un totale di 6.800 richieste. Oltre 400 utenti diversi si sono rivolti alla competenza del laboratorio mestrino che è a tutti gli effetti un punto di riferimento in Veneto per accertamenti in tema di disabilità e idoneità alla guida, idoneità al lavoro, tossicologia postmortale, o altri accertamenti tossicologico-forensi.

Uno degli aspetti principali, di questa fase di ricerca e analisi riguarda proprio i primi casi riscontrati di somministrazione di droghe particolari alle vittime di stupro. Al laboratorio giungono richieste di analisi sulle donne vittime di stupri o molestie, magari dopo una serata in discoteca.

«Ricerchiamo nel sangue e nell’urina e talvolta nei capelli, sostanze neurodepressive», afferma Giampietro Frison, dirigente chimico del Liatf. «Talora scopriamo che le vittime hanno assunto inconsapevolmente, magari insieme a una bevanda alcolica, droghe o farmaci che deprimono lo stato di coscienza, minando la capacità di reazione alle violenze».

Finora sono stati esaminati 15 casi, con sostanze che sono perfino in grado di non far ricordare nulla di quanto accaduto alle vittime. Al laboratorio mestrino fanno inoltre riferimento costante, per la ricerca di stupefacenti su materiale sequestrato, le procure della Repubblica di Venezia, Rovigo, Treviso, Belluno e il Tribunale dei minori di Venezia.

In questo ambito sono state eseguite circa 80 mila analisi su 42 mila campioni, per un totale di oltre 10 mila reperti sequestrati dalle forze dell’ordine nell’ambito di 2.300 procedimenti penali. Richieste di consulenze sono giunte anche dalle procure di Verona, Pordenone, Milano e Genova.

Dall’osservazione dei dati di attività proviene la conferma che alcol e droga restano le due vere emergenze sociali. «Basti pensare agli incidenti stradali spesso mortali causati da chi è alla guida ubriaco o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti», argomenta Rocco Sciarrone, direttore del Dipartimento prevenzione dell’Asl 12. «Inoltre i nostri tecnici continuano a scoprire nuove droghe sintetiche prodotte con manipolazioni chimiche di altri stupefacenti, che possono sfuggire ai sistemi tradizionali di controllo e analisi, e che sono diffuse tra la popolazione giovanile. Riuscire ad individuarle è il primo passo per frenarne l’espansione».

Tra le richieste di accertamenti tossicologici, sono in aumento quelle per l’idoneità al lavoro di personale con mansioni comportanti rischi per la sicurezza di terzi. Circa 1.500 lavoratori sono stati controllati in tal senso.

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