Il killer della mafia del Brenta: "Ragazzi, non imitateci"

Giampaolo Manca lancia un appello ai giovani dopo una vita in galera. Con Maniero partecipò alla "mattanza" in cui vennero uccisi i fratelli Maurizio e Massimo Rizzi
Giampolo Manca e Felice Maniero
Giampolo Manca e Felice Maniero

MESTRE. Il primo "colpo" ad appena 13 anni, quando rubò il motoscafo del panfilo di Onassis. Poi un crescendo criminale che, nel 1990, lo portò ad uccidere, insieme a Felice Maniero e ad altri complici, i fratelli Maurizio e Massimo  Rizzi e il loro cugino, Giancarlo Padovan. Giampaolo Manca, uno dei killer della cosiddetta "batteria dei mestrini", della Mafia del Brenta ha cambiato idee dopo una vita passata in galera. Ora, solo e senza prospettive, è ospite della casa di accoglienza per detenuti Papa Giovanni XXIII di Montecolombo, nel Riminese.

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«Vorrei essere di monito ai ragazzi che sono qua; non voglio facciano la mia fine, passando una vita in galera», ha detto Manca, la cui intervista andrà in onda martedì 19 aprile alle 20 su San Marino RTV nello speciale a cura di Gianmarco Morosini 'All'Inferno e ritorno". «Dov'è finito il tesoro di Maniero?», sarà uno degli interrogativi della serata.

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