Il gruppo Marseglia decide il futuro del Molino Stucky

Creata una nuova società: al vertice c’è l’imprenditore pugliese che sceglierà se vendere sul mercato l’hotel a cinque stelle o diventarne il proprietario

VENEZIA. Il Molino Stucky nelle mani del gruppo Marseglia che deciderà nei prossimi mesi se mantenere direttamente la proprietà dell’hotel cinque stelle ricavato nel complesso neogotico della Giudecca e gestito dall’Hilton. O se invece venderlo agli acquirenti stranieri che si erano già fatti avanti in precedenza. Intanto è stata creata una nuova società - una newco - che ha la proprietà del Molino Stucky e che ha al vertice del Consiglio di amministrazione, proprio il patròn del Gruppo Marseglia, l’imprenditore pugliese Leonardo Marseglia.

Il Gruppo Marseglia che opera in Italia dal 1974 con sede a Monopoli e un fatturato di circa 700 milioni di euro, dopo l'esperienza trentennale di leader mondiale nella lavorazione e nella commercializzazione degli oli vegetali, ha diversificato la propria attività agli inizi degli anni 2000 nel settore della produzione energetica. Attualmente il Gruppo rappresenta una delle prime aziende Italiane nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con impianti anche in Veneto. Ma la società pugliese è presente anche nei settori immobiliare, turistico e finanziario. Il Gruppo Marseglia non ha ancora formalmente comprato il Molino Stucky, ma lo ha già in mano, perché ha «acquistato» da Unicredit e Rbs il grosso dei crediti vantati nei confronti di Acqua Marcia e sta trattando con i cinque istituti creditori più piccoli. L'ammontare del debito «acquistato» è pari a oltre 280 milioni di euro su un valore del complesso neogotico della Giudecca con hotel e centro congressi stimato da una perizia del Tribunale di Venezia in 350 milioni di euro. Ma Marseglia con il debito pregresso ha anche ottenuto un diritto di prelazione - a parità di offerta - sull'acquisto del Molino Stucky.

Il mandato a vendere il cinque stelle della Giudecca dove ha anche alloggiato di recente Michelle Obama è già stato affidato alla società immobiliare Colliers, ma le prime offerte - quando ancora il Molino Stucky era invischiato nel concordato preventivo della società Acqua Marcia - erano state piuttosto basse, tra i 150 e i 200 milioni di euro, presentate da grandi fondi d'investimento americani, degli Emirati Arabi e internazionali come Apollo, Colony Capital e Oaktree, di fronte a una richiesta di almeno 250 milioni di euro. Ora che però che c’è un solo proprietario potenziale - appunto il gruppo Marseglia - la situazione potrebbe cambiare in meglio, anche se c’è sempre il fardello dei debiti a pesare, che ora sono diventati i crediti vantati dal gruppo Marseglia. Se nessuno si presenterà con un'offerta congrua - che la società pugliese potrebbe comunque pareggiare e battere - quei crediti diventeranno di fatto il capitale per aggiudicarsi definitivamente il Molino Stucky.

Enrico Tantucci

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