Il grande scultore Anish Kapoor prende casa in città

Il famoso artista angloindiano, uno dei più quotati al mondo sta ristrutturando un piano nobile in un palazzo a San Polo
Di Enrico Tantucci

Anish Kapoor prende casa a Venezia. Il sessantunenne artista anglo-indiano, uno dei più grandi scultori contemporanei, famoso in tutto il mondo per le sue grandi e affascinanti installazioni, ha infatti di recente acquistato un piano nobile di circa 400 metri quadri in un palazzo d’epoca a San Polo, vicino all’Aman Hotel, già teatro delle nozze in laguna tra George Clooney e Amal Alamuddin. Kapoor ha già iniziato i lavori di ristrutturazione del suo appartamento veneziano, chiedendo e ottenendo dal Comune l’autorizzazione paesaggistica per l’apertura di un foro per finestra.

È da molto tempo che un grande artista contemporaneo straniero non sceglie di venire ad abitare a Venezia, sia pure dividendola, probabilmente, con altre dimore in giro per il mondo. L’ultimo era stato, diversi anni fa, il pittore pop statunitense Jim Dine, che si fermò per circa un anno per preparare in laguna una sua mostra poi allestita a Ca’ Pesaro. Oppure bisogna ricordare - per restare al mondo dell’arte contemporanea - famose galleriste e collezioniste come Ileana Sonnabend che per molti anni mantenne un pied-à-terre a Venezia dove tornava in occasione delle Biennali ma anche quando ne aveva, semplicemente, voglia.

Per quanto riguarda invece Anish Kapoor e i suoi legami con Venezia, iniziano già nel 1990, quando scelto come artista rappresentante della Gran Bretagna, alla Biennale Arti Visive numero 46, vince subito il Premio Duemila dedicato ai giovani con le sue grandi pietre di arenaria scavate all’interno con un pigmento blu che dà loro un senso di profondità assoluta. Poi tornerà ancora, con le sue opere e l’ultima volta è stata alla Biennale del 2011, con la sua megainstallazione Ascension, all’interno della Basilica di San Giorgio Maggiore, che fece molto discutere, anche per la collocazione all’interno di un edificio sacro. Un’installazione che materializzava il paradosso della colonna di fumo: un vortice di fumo bianco si sprigionava infatti verso l’alto da una base circolare posta in corrispondenza dell’incrocio fra transetto e navata della maestosa Basilica. Ma una sua scultura permanente è anche nel Giardino della Collezione Guggenheim, a Ca’ Venier dei Leoni. E il fascino di Venezia ha evidentemente «colpito» anche un’artista come Kapoor che, come pochi altri finora - ad esempio la popstar Elton John che ha preso casa da qualche anno alla Giudecca -non si è accontentato di passarci ogni tanto per la Biennale, ma ha deciso proprio di stabilirvisi. In Italia Kapoor - fermo il progetto per la Stazione di Monte Sant’Angelo della Metropolitana di Napoli - ha progettato per il Parco nazionale del Pollino, in Calabria, un’opera dal titolo Earth Cinema: un cinema di terra, un “taglio” scavato nel sottosuolo (45 metri di lunghezza) in cui le persone potranno entrare dai due lati. All’interno una lunga feritoia permetterà di “vedere” lo straordinario paesaggio naturale del Parco, sentendosi parte di esso.

Chissà se la permanenza a Venezia non lo spingerà anche a realizzare un progetto per questa città se le istituzioni culturali veneziane sapranno cogliere l’occasione - e magari spingerà altri grandi artisti contemporanei a pensare di trasferirsi a Venezia. Una nuova cittadinanza con qualcosa da dare e da dire, di cui la città - sotto la spinta continua dell’esodo - avrebbe un disperato bisogno per sfuggire alla monocultura turistica.

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