Il grande nido dei cigni: per la prima volta al parco di San Giuliano

L’ornitologo mette in guardia tutti: «Sono uccelli abituati a convivere con l’uomo, ma è importante non sottoporli a stress altrimenti possono anche attaccare» 
Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Mestre, Parco San Giuliano/ Famiglia di cigni
Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Mestre, Parco San Giuliano/ Famiglia di cigni

MESTRE. Il grande parco urbano di San Giuliano, che si affaccia sulla laguna, nasconde scene di rara bellezza tra le canne dello stagno. Per la prima volta, una coppia di cigni ha scelto lo stagno del parco come casa, dove insediare il loro grande nido. Il cigno femmina cova in tutta tranquillità, protetta dal compagno che non la perde di vista un attimo. Scene di rara bellezza di una natura che, anche in luogo ricreato artificialmente dall’uomo, quale è San Giuliano, assicura incontri mozzafiato per i visitatori del parco. Che sono tutti invitati a portare rispetto alla coppia di cigni imperiali in dolce attesa.

Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Mestre, Parco San Giuliano/ Famiglia di cigni
Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Mestre, Parco San Giuliano/ Famiglia di cigni


Visto come è malmessa la segnaletica di tutela dell’avifauna, posizionata dall’istituzione del parco , utilizzando un cartello e nastri bianco rossi a ridosso dello stagno, ci pensa un esperto come l’ornitologo Mauro Bon del museo di storia naturale di Venezia a mettere tutti in riga.



«È la prima volta che viene segnalato un nido di cigni reali all’interno del parco di San Giuliano. Ma non si tratta di un evento raro per i nostri territori, perché per esempio lungo il Sile è facile vedere i nidi dei cigni, che sono tutti i pronipoti dei primi cigni reali che sono stati introdotti dall’uomo nel nostro territorio, tra gli anni Settanta e Ottanta.

Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Mestre, Parco San Giuliano/ Famiglia di cigni
Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Mestre, Parco San Giuliano/ Famiglia di cigni

Quindi, si tratta di uccelli abituati a convivere con gli umani, sono semi-domestici. Ma in questo periodo, di cova, e soprattutto nel periodo della schiusa, è importantissimo evitare loro degli stress», dice Bon, a capo dell’educazione scientifica e della ricerca del Museo di storia naturale di Venezia diretto da Luca Mizzan. Stress significa che questi uccelli non vanno disturbati e toccati. Ed è bene ricordarlo in una città dove non sono rari gli episodi di violenza nei confronti di animali e uccelli. Come non dimenticare i cigni uccisi al parco Albanese in questi ultimi anni?

«Quindi è bene osservarli da lontano, senza pensare di avvicinarsi troppo. Meglio tenersi alla distanza di venti metri e occorre tenere lontani anche i cani, tenendoli al guinzaglio, evitando che si avvicinino troppo al nido», dice l’ornitologo. Il motivo è presto detto: i cigni, in questo periodo di cova delle uova (generalmente nel nido ce ne possono essere da due a sei) possono avere atteggiamenti aggressivi e attaccare, se si sentono in pericolo.

«Non va sottovalutato», avverte Mauro Bon, «un simile comportamento. Non è la prima volta che lungo il Sile anche canoe di persone che si avvicinano troppo ai nidi, vengano attaccate dai cigni e rovesciate, con i loro conducenti, in acqua. Quindi, di conseguenza, basta tenersi a debita distanza». Il rumore, invece, precisa l’ornitologo, che in parco che la domenica e nei giorni di festa si riempie di migliaia di persone, non è un problema. «Ripeto, sono abituati alla convivenza con gli umani. Quindi, questo non crea loro problemi», continua a spiegare Bon.

Quindi a San Giuliano, quanti vorranno ammirare i due cigni intenti a covare potranno farlo, se saranno rispettosi e non andranno a disturbarli. Tenendosi a distanza.

Sono 38 i giorni previsti di cova prima della schiusa delle uova e la nascita dei piccoli cigni reali, che al quinto mese di vita, saranno invitati dai genitori, con modi rudi, a diventare autonomi. E popolare la laguna e San Giuliano.

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