«Il governo si è dimenticato di Venezia»

Casson d’accordo con il sindaco. Stop ai fondi di salvaguardia, domani ultimo tentativo con Delrio

Brugnaro e Casson per una volta d’accordo su uno stesso tema: la trascuratezza del Governo verso i problemi della salvaguardia fisica di Venezia, questione Mose a parte.

«Il governo si è dimenticato di Venezia: Ho l'impressione che non gli interessi per niente», ha dichiarato iere il senatore Felice Casson (Pd), a commento del dibattito che si è aperto in questi giorni sul futuro della città lagunare a 50 anni dall'alluvione del '66. Rilevando la validità all'epoca della decisione di dare vita a una legge speciale per Venezia, Casson sottolinea che oggi «dal governo arrivano segnali zero per quanto riguarda tutti i temi più scottanti, a partire dalla salvaguardia della laguna, al recupero di Porto Marghera, alla questione delle grandi navi, alla tutela del patrimonio artistico e urbanistico, per non parlare dei canali, del disinquinamento, della rivitalizzazione della città lagunare».

«Subito il Comitatone e il finanziamento della Legge Speciale», ha chiesto anche pochi giorni fa Brugnaro. E un appello ai veneziani: «Devono cambiare mentalità, appoggiare progetti trasversali per il bene della città». Lo ha fatto al Museo Correr, dove ha inaugurato la mostra sugli interventi di salvaguardia fatti dal 1966 a oggi e in cui ha rilancia la sua proposta di un «Patto per Venezia», dopo che il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha già sottoscritto quello per Milano e ieri per Firenze.

Un grido di allarme destinato soprattutto al ministro delle infrastrutture Graziano Delrio, atteso in città per domani, reduce dalla «convention» fiorentina della Leopolda. Dopo l'inaugurazione della darsena dell'aeroporto Marco Polo a Tessera, il sindaco ha infatti intenzione di sottoporgli la lunga lista di problemi ancora in sospeso. Tra cui, appunto, il rifinanziamento della Legge speciale. Perché è evidente che il Comitatone non sarà mai convocato fino a quando non avrà fondi da distribuire: quelli che starebbe al Cipe, il comitato interministeriale per la programmazione economica, stanziare per Venezia. Ma serve, appunto, un’«input» politica e la nuova emergenza terremoto, con la corsa al reperimento di nuovi fondi per le zone colpite mette in questo momento la questione Venezia decisamente in secondo piano nell’agenda del Governo.

«La Legge speciale - ha dichiarato pochi giorni fa il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta in un intervento al nostro giornale - rappresenta ancora oggi il riferimento primario. Ma quel clima di emozione collettiva nazionale che le diede vita non è oggi facilmente riproponibile. Dobbiamo, quindi, tenerci cara quella che abbiamo, migliorarla dove serve, ma stabilire delle priorità e assumersi ciascuno le proprie responsabilità». Dunque la nuova Legge Speciale resta per il momento un’illusione, ma i fondi non arrivano anche a quella attuale e il Comune sta di fatto esaurendo anche i residui di stanziamenti precedenti non ancora spesi, per la manutenzione della città, con un programma limitato di scavo dei rii in umido e non a secco - come dovrebbe essere - avviato in alcuni canali cittadini, proprio perché le risorse disponibili non consentono di fare di più. Urge anche per il Comune reperire nuove fonti di entrata - e il turismo è l’unico settore su cui si potrebbe realmente incidere - se da Roma non arriveranno buone notizie. Ma per adesso sembra molto difficile. (e.t.)

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