«Il Governo ci dia i soldi persi con l’Imu»
Un appello ai parlamentari e ai sottosegretari veneti affinché il governo stanzi entro marzo i 625 milioni riconosciuti a 1800 Comuni per coprire la perdita di gettito nel passaggio dal regime Imu alla Tasi e un invito - che va nella direzione opposta a quello dell’Anci nazionale - per evitare la modifica di parametri nel calcolo del Patto di stabilità che rischia di agevolare solo i Comuni più grandi. Si muove su due binari l’intervento del sindaco di Mirano, Maria Rosa Pavanello, presidente dell’Anci Veneto, che ha riunito per domani l’ufficio di presidenza dell’associazione regionale dei Comuni con i membri della Consulta della finanza locale.
«Dati alla mano», aggiunge Pavanello, «dimostreremo che i Comuni così non possono andare avanti, faremo parlare i numeri per far capire al governo la difficoltà delle amministrazioni comunali».
Le difficoltà nel far quadrare i conti sono dati dalla convergenza di due problemi: i continui tagli nei trasferimenti di risorse da parte dello Stato e il repentino susseguirsi di norme differenti per la stesura del documento contabile, da ultima l’introduzione del Fondo svalutazione crediti previsto nell'ambito del processo di riforma del bilancio e della contabilità pubblica e che obbligherà i Comuni ad accantonare nel fondo parte delle entrate di dubbia e difficile riscossione.
Nella partita dei minori trasferimenti ci sono anche gli oltre 11 milioni di cui i 44 comuni della provincia dovranno fare a meno per il 2015, utilizzati per dare copertura finanziaria al bonus Irpef da 80 euro introdotto dal governo Renzi per i redditi più bassi. «Quella dei sindaci non è una presa di posizione contro il governo», spiega Pavanello, sindaco del Pd, «ma una presa d’atto di come stanno le cose, perché sapevamo che ci sarebbero stati i tagli, ma sapevamo anche che ci sarebbero arrivati i soldi per compensare il mancato gettito dell’Imu sulla prima casa».
E invece quei soldi non sono ancora arrivati. C’è poi - come si diceva - la partita delle regole del Patto di Stabilità, modificate con la Legge di stabilità del 2015 e destinate a ulteriori modifiche, come chiesto dall’Anci nazionale. Modifiche però non condivise dai sindaci veneti.
Sono argomenti ostici anche per gli addetti ai lavori - in questi giorni è tutto un far di calcolo - parametri e coefficienti che però vanno a incidere sulle attività di tutti i giorni dei municipi. «L’introduzione di correttivi che prevedono la modifica di alcuni coefficienti così come proposta dall’Anci nazionale e discussa in sede di conferenza Stato-Regioni ci vede contrari come Comuni veneti», spiega la Pavanello, che è pure vice-presidente nazionale, «perché di fatto congelerà ulteriormente le spese per investimenti e sarà impossibile realizzare una pista ciclabile, come vorrei fare io a Mirano, o costruire un nuovo marciapiede». Se ne discuterà domani, per trovare una posizione unitaria e preparare un documento per il governo.
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