Il gondoliere: «Chiedo scusa alla città ho fatto una stupidaggine»

Parla Roberto Siebessi, che aveva addobbato la sua imbarcazione con i cuscini con l’effige del Duce e il fascio littorio: «Sono stato anche minacciato»

VENEZIA. «Chiedo scusa a tutti, alla città e ai miei colleghi. Ho fatto una vera stupidaggine. Mai avrei pensato che nascesse una polemica del genere, ma soprattutto non avrei mai pensato che per quella foto venivo minacciato per strada».

Il giorno dopo la bufera seguita alla foto della “gondola fascista”, Roberto Siebessi, il gondoliere che l’aveva addobbata è dispiaciuto e mortificato. «La gondola non aveva mai fatto un trasporto ed era rimasta sempre ormeggiata. La foto è rimasta in Facebook per 20 minuti e poi i miei superiori l’hanno fatta togliere. Ieri (giovedì ndr) non ero al lavoro e quando ho acceso il telefono ho visto tutta questa polemica, non capivo il perché. Infatti era una questione di un mese fa e io ho già pagato a caro prezzo la stupidaggine. Tra una cosa e l’altra sono rimasto fermo dieci giorni», spiega il gondoliere.

Siebessi con la sua gondola lavora allo stazio del Bauer. Un mese fa ha pensato di preparare un “parecio” particolare per la sua gondola. Ha coperto l’interno con del pile nero, poi sul “sentar” ha messo due cuscini, sempre di colore nero, con stampati in color oro il profilo della faccia di Benito Mussolini e un fascio littorio per ciascun cuscino.

Per finire sul cimiero ha sistemato il simbolo della “X Mas” in legno. Scattata la foto del “parecio” l’ha postata sulla pagina del profilo chiuso “el gondolier”. Subito dei suoi colleghi hanno mostrato disappunto per quanto ha fatto. Sono intervenuti i responsabili del suo stazio che gli hanno fatto togliere la foto e soprattutto hanno controllato che la gondola non fosse ormeggiata in quelle condizioni. Alla fine è intervenuta l’Associazione dei bancali che ha punito il gondoliere. Sembrava essere finito tutto lì. Invece giovedì qualcuno ha pubblicato su Facebook l’immagine su profili pubblici.

È scoppiata la polemica. La discussione è trascesa e in certi frangenti si è passati alle minacce. «Capisco tutto ma augurarmi di finire a testa in giù o minacciarmi con frasi varie è esagerato. Io poi devo pensare anche alla mia famiglia. Non è possibile attaccare tutta la categoria. Anche perché la gran parte di noi è impegnata a fare beneficenza, anche se non lo diciamo. Tra le altre cose la tappezzeria della mia gondola è di colore rosso. Ieri (giovedì ndr) allo stazio sono arrivati anche gli agenti della Digos per informarsi su cosa era successo. In questi giorni sono a casa, martedì andrò nei loro uffici. Non è un problema. Ripeto, chiedo scusa a tutti», conclude Roberto Siebessi.

Ieri c’è stata anche la presa di posizione dell’Associazione Gondola. A parlare è il vice presidente Daniele D’Este. «La categoria prende le distanze dall’episodio. Come associazione non possiamo tollerare queste cose e il gondoliere è stato sanzionato. Il nostro regolamento spiega come deve essere il “parecio” e cosa è consentito. Purtroppo singoli episodi danneggiano l’immagine dell’intera categoria», conclude il vice presidente D’Este. —


 

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