Il giudice sospende l’espulsione di Emra «Ma non ci basta»
Caso Emra, il giudice di pace di Venezia sospende il provvedimento di espulsione, ma sostanzialmente non decide ancora nulla di definitivo sul suo futuro in Italia. Emra Gasi, 22enne nato in Italia, residente a San Donà in via Noventa, ma considerato cittadino serbo per via delle origini dei genitori, in assenza di documenti ritenuti insufficienti, potrà restare fino alla scadenza del permesso di soggiorno per motivi umanitari concesso dalla commissione territoriale di Bari, dove era stato spedito a seguito di controlli in un Cie pronto per essere espulso come clandestino.
Gli avvocati, Ulyana Gazidede e Gaetano Castiglia del foro di Bari, annunciano già un prossimo ricorso in Cassazione. «Si è deciso di non decidere», commentano a caldo dopo aver esaminato la sentenza, «il giudice di pace davanti al quale abbiamo presentato il ricorso poteva accoglierlo o rigettarlo. Invece ha sospeso il provvedimento di espulsione fino alla durata del permesso di soggiorno per motivi umanitari concesso a Emra per un anno. Abbiamo l’impressione che non si volesse andare in contrasto con quanto deciso da prefettura e questura. In realtà nella sentenza si intravede la strada per l’apolidia, e questa è una bella notizia».
Emra, dunque, potrebbe diventare apolide, quindi privo di cittadinanza, e restare in Italia fino alla nuova richiesta di cittadinanza italiana definitiva. Si è trovato in una condizione davvero strana e “kafkiana”. Sottoposto a controlli, prelevato dalla sua abitazione dove vive con mamma e fratelli per essere mandato a Bari e rimpatriato in Serbia dove lui non è neanche mai stato. Gli amici, che si sono battuti per lui ogni giorno durante la detenzione al Cie di Bari, si ribellano: «Emra ha tutto il diritto di vivere una vita serena come un ragazzo normale, di poter dormire senza l’incubo di essere espulso e allontanato dalla sua famiglia. Lui è nato a Secondigliano, un quartiere di Napoli, abbiamo esibito un certificato di nascita in copia conforme che dovrebbe essere ritenuto valido. Si tratta di una famiglia disagiata, il padre è morto, la mamma analfabeta, lui con un ritardo mentale. Non è una situazione facile. Pesa ancora nella sentenza una sua presunta pericolosità sociale, ma Emra non ha fatto nulla di male, è incensurato, assolto in un processo. Non è certo una persona pericolosa e lo dimostrerà se gli sarà data la possibilità di restare nel suo Paese perché lui è e si sente cittadino italiano e non certo un clandestino».
Giovanni Cagnassi
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