Il giudice rifiuta l’accordo di patteggiamento

Andrea Stefani e Giuseppe Torre, con tre complici, accusati di 13 furti: due anni e mezzo sono pochi

Un lavoro certosino, quello degli investigatori della Squadra mobile coordinati dal pubblico ministero Rita Ugolini: così erano finti in manette Andrea Stefani (36 anni, Favaro) e Giuseppe Torre (35, Campalto), inoltre per tre loro complici, Valentina Girardi (31, Mestre), Alfio Musumeci (36, Marcon) e Andrea Battistetti (30, Campalto), erano scattati i provvedimenti di obbligo di dimora. Ieri, sono comparsi davanti al giudice dell’udienza preliminare di Venezia, Massimo Vicinanza, dopo che i loro difensori, gli avvocati Luca Fonte e Nicoletta Capri, avevano trovato un accordo per patteggiare la pena con la rappresentante della Procura: due anni e mezzo di reclusione per Stefani e Torre, un anno e mezzo per Battistetti, un anno per Musumeci. Mentre la Gilardi ha deciso di affrontare il processo in aula a fronte della richiesta del pubblico ministero del rinvio a giudizio. Ma, ieri, il giudice ha respinto l’accordo, sostenendo che quelle pene non sono congrue.

Nell’ordinanza di cautelare sono contestati ben 13 furti: due alla “Maison du monde” a Borgo Pezzana, altrettanti alla Officina Ccc Ferrarese a Mestre e Quarto, sempre due anche alla Ludoteca Bimbilandia vicino ad Auchan, quindi al Maxizoo di Marcon, nel negozio di souvenir di campo San Salvador della ditta Stefan nel cuore della città insulare, alla discoteca Palmariva di Portogruaro, nella sede dell'azienda Sassuol Ceramiche di Maserada, in provincia di Treviso, ancora nella macelleria Ragazzo e in un abitazione a Gardigiano di Scorzè, infine nell'officina di Marghera dei fratelli Giacomin. A Maserada il colpo ha fruttato una pistola, che Stefani e Torre avrebbero rivenduto e per questo devono rispondere, oltre che del furto, anche di detenzione e porto di un'arma.

Nella macelleria di Gardigiano, invece, non hanno trovato denaro liquido in cassa, allora si sono accontentati di prosciutti, culatello e salami. In discoteca, invece, hanno quasi distrutto una parete per tagliare la cassaforte a muro. In alcune occasioni i furti sono andati a vuoto, in un'altra, quando stavano con tutta evidenza puntando ad un obiettivo a Quarto d'Altino, sono stati intercettati da una Volante della polizia. Doveva sembrare un controllo casuale e così, infatti, Torre e Stefani hanno pensato, visto che nei giorni seguenti hanno continuato a ideare e organizzare furti. Quella sera, era il 19 agosto, i poliziotti in divisa li hanno fermati sulla strada, sapendo quello che dovevano fare perché i colleghi che stavano intercettando i cellulari dei due erano a conoscenza di ciò che avevano intenzione di mettere a segno. Nell'auto avevano trovato una smerigliatrice angolare flex, dischi di ricambio, cacciaviti vari e un piede di porco, tutti strumenti di lavoro per un furto.

Giorgio Cecchetti

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