Il giudice: "Nessun danno ai proprietari di Eraclea, ma migrati e gestori rispettino le regole"

Il magistrato ha ieri respinto il ricorso degli inquilini, ma stila un decalogo per gli ospiti: porte chiuse la notte, niente biancheria sulle scale e non più di 3 per alloggio
Alcuni migranti davanti al residence Mimosa di Eraclea
Alcuni migranti davanti al residence Mimosa di Eraclea

ERACLEA. Per il residence «Mimosa» di Eraclea che ospita i migranti, la giudice del Tribunale di Venezia Lina Tosi ha deciso: nel suo provvedimento sostiene che gli inquilini proprietari che hanno presentato ricorso non hanno subito alcun danno perché «non vi sono spazi per porre a fondamento di una pronuncia quale da loro invocata il deprezzamento degli appartamenti di loro proprietà».

Il magistrato lagunare, accogliendo le loro proteste e sottolineando che sono evidenti persistenti violazioni del regolamento condominiale, ha dettato alcune rigide prescrizioni alla Immobiliare Venezia e, di conseguenza, alla Cooperativa Solaris. Eccole: le porte dei numerosi appartamenti occupati dai migranti, che fino ad ora sono aperte giorno e notte perché non possiedono le chiavi, devono essere tenute chiuse; deve cessare l’utilizzo di ringhiere delle scale e di altre parti condominiali per stendere la biancheria; nelle ore di riposo deve cessare l’accesso agli spazi comuni; ciascun appartamento deve essere fornito di illuminazione in ogni stanza e di apparecchiature di aspirazione nei bagni ciechi; non deve essere superato il limite di ospiti per ogni appartamento fissato dall’ordinanza del sindaco di Eraclea (tre per alloggio).

La protesta dei residenti
La protesta dei residenti

Nessun razzismo. «La comprensibile difficoltà dei condomini», spiega il magistrato lagunare, «nell’affrontare uno stravolgimento non previsto, improvviso e notevole del contesto abitativo usuale derivante dall’immissione di centinaia di nuovi arrivati, sforniti pressochè di tutto e magari scarsamente preparati alla convivenza in ristretti spazi e secondo le regole della società italiana, difficoltà che stanno al fondo delle loro doglianze, vanno ovviate con l’affermazione del diritto, ciò anche ad evitare che la insofferenza generi ulteriori difficoltà a danno degli stessi ospiti». E ancora scrive: «Certamente la disponibilità ad andare incontro al prossimo è l’atteggiamento più auspicabile, e non pare invero che gli inquilini ricorrenti lo rifiutino, ma l’accusa di razzismo che si rinviene nella comparsa di costituzione dell’Immobiliare Venezia, una difesa in parte fondata ma comunque abnorme e inutilmente aggressiva rispetto ad un’iniziativa esasperata ma civile, è fuori luogo e va censurata: onde la frase “che non essendo suffragata da alcun dato oggettivo, si dimostra per quello che è, ossia smaccatamente di stampo razzista” va espunta». Nella parte iniziale del suo provvedimento la giudice Tosi sottolinea che l’istruttoria «non ha rappresentato un quadro di condotte degli ospiti collocati da Solaris tali da costituire pericolo di danno alla salute o alla sicurezza dei condomini, così da poter sostenere l’ipotesi di atto illecito, di stampo extracontrattuale».

La protesta dei migranti
La protesta dei migranti

Diverbi, non risse. Per quanto riguarda la segnalazione di risse, alla fine si sarebbero rivelate essere semplici diverbi; nessun reato sarebbe stato segnalato: inoltre i comunicati dell’Asl 10 smentiscono chiaramente l’esistenza di pericoli sanitari.

I numeri. Inizialmente, nel condominio erano stati accolti ben 243 migranti, ma a seguito di una ordinanza del sindaco ne sono stati trasferiti più di un centinaio e ora sono rimasti in 135. Il magistrato sostiene che «la modalità di alloggio non determina in sè una modificazione della destinazione d’uso degli alloggi, che rimane abitativa anche se l’abitazione non è caratterizzata da quella separatezza e nuclearità autosufficiente dei singoli gruppi abitativo che è il modello di utilizzo quale si ha in mente oggi in Italia». Il ricorso è stato presentato dall’avvocato Mirco Mestre e la giudice ha sentito in udienza alcuni inquilini, i quali hanno segnalato che gli appartamenti dei migranti hanno costantemente le porte aperte, all’interno non c’è mobilio se non letti e, durante le giornate più calde, molti di loro dormivano fuori, nei corridoi, nel parcheggio. L’avvocato Igor Zornetta per l’Immobiliare Venezia ha ottenuto l’audizione di Stefano Fuso della Solaris, il quale ha spiegato che le porte restano aperte per non dover consegnare ai migranti le chiavi, che il numero degli ospiti dipende dalle decisioni della Prefettura; che non hanno nulla da fare e che la proposta di utilizzarli per lavori socialmente utili è stata respinta dal Comune. Infine, la loro permanenza è provvisoria e prevista per un tempo che va da tre a 8 mesi.

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