Il giudice: «L’handler Wfs riassuma i 13 licenziati»

Paola Ferretti ordina il reintegro dei lavoratori dei servizi di terra dell’ex Ata rilevata dal gruppo francese: «Lista degli esuberi a livello nazionale, non locale»

TESSERA. Il giudice del lavoro di Venezia Paola Ferretti ha imposto a Wfs Ground Italy srl di riassumere i 13 dipendenti che aveva licenziato lo scorso anno. La sentenza è stata depositata giovedì 9 marzo nella cancelleria del Tribunale ed è stata notificata ai legali delle organizzazioni sindacali che avevano sostenuto la causa dei lavoratori, gli avvocati Dino Bravin, Ettore Squillace, Francesco Rossi e Nordio. Ora i legali dell’azienda francese con sede legale in Italia a Milano possono presentare reclamo contro la decisione del magistrato lagunare, nel frattempo, però i dipendenti dovrebbero rientrare in azienda.

La Wfs aveva acquisito lo scorso anno la Ata Italia, la società di assistenza e servizi a terra negli aeroporti che faceva capo alla società Acqua Marcia, sprofondata in una grave crisi finanziaria.

Ata aveva aperto una procedura di mobilità (licenziamento) nella scorsa primavera per 43 dipendenti che ha nello scalo di Tessera, alla vigilia della cessione dell'attività alla società francese Wfs che opera in oltre 140 aeroporti di tutto il mondo. C’era poi stato un vertice, durante il quale Ata Italia aveva confermato la procedura di mobilità per i lavoratori ritenuti in esubero sia a Tessera che negli aeroporti di Malpensa e Fiumicino, ma aveva anche lasciato aperto una possibile sospensione dei licenziamenti visto l'inizio e della stagione estiva - con il conseguente aumento del numero di voli da assistere con un congruo numero di lavoratori - e l'appuntamento di ottobre per la cessione di tutte le sue attività a Wfs che per ora ha stipulato solo un contratto d'affitto d'azienda.

«In ordine alla procedura in corso», recitava il verbale siglato da sindacati e Ata, «l'azienda ha ribadito la ormai prossima scadenza dei termini della procedura di mobilità e la conseguente ineluttabilità del licenziamento integrale degli esuberi dichiarati». Riferendosi alle trattative avviate nello scalo veneziano (che aveva portato ad un verbale in cui si ipotizzava lo smaltimento di ferie e permessi non goduti dai lavoratori in alternativa alla mobilità) si aggiungeva che «in attesa degli eventuali positivi riscontri sugli scali, la riunione veniva aggiornata».

Alla fine erano arrivati tredici licenziamenti, ma la giudice Ferretti nella sua sentenza ha sostenuto che la lista degli esuberi andava fatta a livello nazionale, mettendo assieme tutti i dipendenti di Tessera, di Catania, di Malpensa, di Linate e di Fiumicino e non una lista per ognuno degli scali, tenendo tra l’altro fuori Malpensa e Fiumicino.

 

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