Il giudice di pace resta al freddo

Spento il riscaldamento durante le udienze, scoppia la protesta

Spento il riscaldamento, ieri mattina tensioni e proteste presso le aule dei giudici di pace, che per il momento restano a San Donà dopo il trasferimento del tribunale a Venezia. Fortunatamente questo ottobre di sta rivelando straordinariamente mite, salvo la solita fastidiosa umidità, e nessuno è rimasto ghiacciato al freddo. In realtà si è trattato di un errore, anche se il Comune, per risparmiare, ha tagliato alcune spese di riscaldamento dell'immobile.

È stato deciso, come nel palazzo municipale del resto, di mantenere il riscaldamento al piano terra, dove si trovano gli uffici, quindi al primo piano, dove ci sono le sale per le udienze del giudice di pace, ma non lungo i corridoi. Riscaldamento spento, invece, al secondo piano. Ieri mattina, però, c'è stato un problema tecnico e per errore il riscaldamento è stato spento anche nella sala udienze e per questo motivo è iniziata la protesta con conseguenti tensioni tra il personale.

Il trasferimento a Venezia continua ad alimentare proteste. Gli avvocati ormai devono fare i conti con i viaggi quotidiani in laguna, non senza disagi e tempi allungati. Per il momento, il giudice di pace resta, ma anche sul suo futuro non vi è certezza. Era stata esaminata la possibilità, da parte dell'amministrazione comunale, di acquistare a prezzo econveniente, l'immobile di via Trento della società Ape Srl di Padova. Vi potrebbero essere trasferiti e accorpati diversi uffici, tra cui il comando dei vigili. Ma in questo momento sono in ballo anche altri possibili trasferimenti e non si escludono sorprese. (g.ca.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia