Il giudice dà ragione all’Università
Il giudice veneziano Marco Campagnolo ha deciso: ha respinto il ricorso di Cassamarca ed ha confermato il decreto ingiuntivo ottenuto da Ca’Foscari per nove milioni e mezzo di euro. Il provvedimento è stato depositato ieri mattina in cancelleria, dopo che mercoledì i legali delle due parti, l’avvocato Aldo Laghi per la fondazione trevigiana e l’avvocato Cristiano Alessandri per l’ateneo lagunare, avevano sostenuto le rispettive tesi. Dopo questa prima vittoria giudiziaria, il rettore Carlo Carraro manda segnali di pace a Treviso: «La decisione del giudice», sostiene Carraro, «conferma nella forma e nel merito le richieste avanzate da Ca’Foscari nei confronti di Cassamarca. L’auspicio, ora che il Tribunale ha rigettato l’istanza di sospensione e confermato l’esecutività del pignoramento delle azioni Unicredit per poter pagare i debiti di Cassamarca, è di chiudere questa fase e di tornare a collaborare un modo proficuo nel pieno rispetto degli accordi e degli impegni già assunti per il bene del campus di Treviso».
Il magistrato ripercorre nelle otto pagine del suo provvedimento l’intera vicenda a cominciare dal contratto firmato dalle parti il 6 settembre di due anni fa, documento in cui Cassamarca «riconosce di essere tenuta a pagare a Ca’Foscari sette milioni e 89 mila euro in sette rate da 700 mila euro e due da un milione 795 mila euro a cominciare dal 2012». A questa cifra si aggiungono altri «due milioni per l’attività didattica». I soldi però non arrivano e l’università veneziana scrive e sollecita, una, due e tre volte. Lo scorso anno la fondazione bancaria scrive che «malauguratamente» non riesce a mantenere gli impegni perché «Unicredit non eroga dividendi» e ricorda che le azioni della grande gruppo bancario sono «l’unica fonte di entrata per Cassamarca». Ca’ Foscari, però, non smette di insistere e pretende il denaro che avanza, ma l’8 febbraio scorso la Fondazione manda una missiva in cui si legge: «La Fondazione dichiara cessata ogni collaborazione». A quel punto parte l’azione giudiziaria con la richiesta al Tribunale di Venezia di un decreto ingiuntivo per nove milioni e 589 mila euro (nel frattempo il credito è lievitato di mezzo milione).
Il rettore più di una volta aveva spiegato che si era trovato costretto ad attivare la via giudiziaria perché la fondazione bancaria della Marca non aveva rispettato gli impegni presi con l'ateneo lagunare, nonostante la nuova convenzione siglata proprio per venire in aiuto - vista la crisi economica - ai trevigiani in modo da rientrare dalla situazione debitoria senza sacrificare l'università di Treviso. Erano state concesse dilazioni e rateizzazioni, ma nulla era mutato e così è partita la richiesta di decreto ingiuntivo. L’avvocato Laghi aveva puntato a dimostrare che i conteggi del credito fatti dagli uffici amministrativi dell’Università erano imprecisi e confusi, ma il giudice ha evidentemente trovato corrette e condivisibili le ragioni di chi aveva chiesto e ottenuto provvisoriamente il decreto ingiuntivo, ora diventato definitivo.
Giorgio Cecchetti
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