Il futuro sarà verde, digitale e partecipato. Start up mestrina mette in rete i gruppi di acquisto

Sei ragazzi hanno creato un portale per gestire gli ordini dei “Gas” veneziani. La loro società è stata fondata a dicembre con sede a Mestre e  oggi è online per rilanciare e rendere più efficiente il modello dei gruppi di acquisto solidale già presenti nel nostro territorio

LA STORIA

Come sarà il mondo dopo il Covid? Sei ragazzi italiani sotto i trent’anni l’hanno immaginato verde, digitale e capace di creare comunità. La loro risposta a questa domanda è stata infatti “Campo digitale”, una start up che è stata fondata a dicembre con sede a Mestre e che oggi è online per rilanciare e rendere più efficiente il modello dei gruppi di acquisto solidale già presenti nel nostro territorio (nel Veneziano ne sono stati mappati almeno sei), aiutando così a vendere i nostri agricoltori e allevatori locali e portando spesa e prodotti di qualità in ogni casa.

È con questa idea innovativa che i quattro ragazzi e le due ragazze – con formazioni e provenienze del tutto differenti – sono riusciti a vincere Officine Italia, che chiedeva ai giovani di trovare la migliore soluzione digitale alla pandemia che stiamo attraversando. I loro nomi: Davide Menguzzato, Gerardo Santini, Francesca Cosenza, Gianluca Palomba, Giulia Michieletto, Diego Calazone.

A partecipare sono state oltre 150 proposte in un evento organizzato nel marzo 2020 da una rete composta da istituzioni, aziende private e terzo settore. La seconda fase è stata la raccolta fondi sviluppata con “Produzioni dal basso”: l’iniziativa ha permesso di ottenere 20 mila euro grazie alle donazioni e poter così attingere al finanziamento della compagnia assicurativa Itas Mutua.

Nel frattempo il gruppo di ragazzi ha girato in lungo e in largo la nostra regione per sviluppare la rete di contatti con i piccoli produttori e arrivare oggi a quota venti, tra pastifici e risiere, aziende agricole e birrifici artigianali, macellerie e latterie.

«La nostra start up nasce per agevolare i produttori locali: è il nostro modo di digitalizzare e così allargare i gruppi di acquisto solidale, che rimangono un processo importante ma di difficile gestione per chi li utilizza», è il commento Davide Menguzzato, ventenne studente di Economia e management a Trento e amministratore delegato di “Campo digitale”, che parla dal suo ufficio in corso del Popolo a Mestre. Insieme al magazzino per le merci a Marcon, il gruppo di ragazzi ha deciso di prendere lì la propria sede operativa per riunirsi ogni decina di giorni e fare il punto su obiettivi e strategie: ma già oggi sperano di potersi allargare, trovando uno spazio più ampio nelle campagne mestrine, riuscendo magari a coltivare orti e sviluppare spazi collaborativi.

Un anno dopo, la piattaforma è finalmente online, l’idea è diventata realtà: e a pochi giorni dall’apertura sono già arrivate una trentina di ordinazioni. Se finora il progetto copre solo le province di Venezia, Padova, Verona, Vicenza e Treviso, l’obiettivo è andare oltre la nostra regione e allargare la rete all’Emilia-Romagna, alla Lombardia e al Piemonte. Lo scopo che anima il gruppo è quella di far crescere il consumo responsabile e la produzione sostenibile, valorizzando il km zero, la tutela dell’ambiente e la costruzione di comunità.

E i prezzi? Se secondo i creatori della start up quelli della grande distribuzione organizzata rimangono imbattibili, la partita si giocherà di conseguenza sulla difficile ricerca del prezzo giusto che valorizzi la migliore qualità dei cibi e l’anima e il lavoro che c’è dietro ognuno di essi. I costi potranno anche diminuire grazie al lavoro di squadra: la stessa piattaforma prevede non solo che, come nei gruppi di acquisto tradizionali, il prezzo si abbassi se più persone acquistano lo stesso prodotto, ma anche che si possa scegliere la propria casa come punto di ritiro per amici e conoscenti e accedere a ulteriori sconti. —


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