"Il futuro è a Mestre? Brugnaro tradisce Venezia"
Coro di critiche dopo la frase del sindaco che aveva sostenuto: "In terraferma c'è la gente che vive". La risposta: "Al solito: si rimangia le promesse della campagna elettorale"

VENEZIA. «Il futuro del Comune non è Venezia, è Mestre dove c’è la gente che vive». Questa dichiarazione fatta dal sindaco Luigi Brugnaro qualche giorno fa inaugurando con il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini il Padiglione italiano all’Arsenale, sta suscitando un autentico vespaio di polemiche, a pochi mesi dal referendum sulla separazione tra Venezia e Mestre. L’affermazione di Brugnaro era all’interno di un discorso tutto centrato sulla necessità di rilanciare anche sul piano edificatorio Porto Marghera, contrapponendo di fatto la terraferma - dove la nuova edificazione è possibile - al centro storico, dove c’è già un patrimonio costruito intangibile. Di qui il discorso sul futuro a Mestre, che però ha suscitato molte reazioni polemiche.
«Tanti i motivi», scrive in un comunicato il presidente della Municipalità di Venezia, Andrea Martini, «che ci hanno fatto sussultare: a Venezia ancora si vive e si vuole continuare a vivere. A Venezia ancora si vive e si deve fare di tutto perché le nuove generazioni possano continuare a vivere. A Venezia chi è alla guida dell’amministrazione ha il dovere di mettere in atto politiche che mirino a incentivare la residenza, a tutelare la qualità della vita, a garantire servizi idonei, a salvaguardare le attività di piccola produzione artistica e artigianale, a interessarsi del non più procrastinabile tema del turismo, a tutelare l’ambiente, a lottare contro il moto ondoso, il degrado, l’abbandono. La Municipalità di Venezia invita i cittadini e le diverse realtà “vive” del territorio a studiare metodi e forme comuni per manifestare e far pesare il proprio dissenso. Per raccogliere idee e proposte è a disposizione l’indirizzo mail della Municipalità venezia.vicina@comune.venezia.it»
«Le sue parole di fatto tradiscono le promesse da lui fatte in campagna elettorale», dichiara a proposito di Brugnaro la consigliera comunale del Pd Monica Sambo, «quando al tempo proclamava che “Tutto il centro storico di Venezia ha bisogno di un grande progetto strategico per attrarre imprese e lavoro, condizione necessaria e urgente per riportare almeno 30 mila nuovi residenti in centro”. Per questo presenterò una mozione, invitando anche la maggioranza tutta a sottoscriverla, che serva a mettere, come promesso in campagna elettorale, un’azione volta al contrasto all’esodo e al ripopolamento della città d’acqua, all’incremento e al sostegno dei mestieri veneziani, nonché alla tenuta dei servizi.Perché, caro sindaco, Venezia non è solo il brand da usare quando fa comodo o la quinta scenografica dove tagliar nastri quando arrivano presidenti e personaggi di fama; Venezia è una città completa dove la gente vive, lavora e vuol dare un futuro ai propri figli!».
Anche Italia Nostra di Venezia interviene duramente: «Adesso almeno i residenti, i visitatori e i moltissimi amanti di Venezia sparsi in tutto il mondo sanno chiaramente che per il sindaco eletto questa è una città il cui futuro è segnato come città fantasma, luogo che è stato e non è più, quinta teatrale buona solo ad attirare gente incuriosita, facendo pagare la visita quanto più cara possibile».
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