«Il Fontego delle deroghe» Esposto di Italia Nostra

Sotto accusa lampadine accese a tutte le ore e serramenti in ottone brunito Aprirà il 29 settembre. Giovedì l’archistar Koolhaas e Dal Co alla Querini
Di Alberto Vitucci

Il Fontego delle deroghe. Dopo anni di contestazioni, proteste, ricorsi, l’ex palazzo delle Poste, il cinquecentesco Fondaco dei Turchi sta per aprire i battenti. È stato venduto da Poste italiane a Edizione holding, la Finanziaria dei Benetton. Restaurato da Rem Koolhaas e oggetto di critiche pesanti per lo «stravolgimento» dell’edificio e, appunto, le tante deroghe concesse. Adesso il 29 settembre aprirà i battenti. Centro commerciale di lusso sotto il ponte di Rialto, con scala mobile, foro circolare tra il secondo e il terzo piano, torretta rialzata di un metro e 60, un nuovo piano di calpestio e una nuova terrazza sul tetto. Il ricorso presentato da Italia Nostra sull’illegittimità delle autorizzazioni è stato respinto dal Consiglio di Stato. «Ma la nostra battaglia culturale va avanti», promette la segretaria dell’associazione veneziana, Lidia Fersuoch, «stiamo pensando a un nuovo esposto».

In questi giorni sono state smontate le grandi impalcature che fasciavano il Fontego da qualche anno. Vetri trasparenti al posto delle finestre antiche con gli ottagoni, serramenti in ottone simil-alluminio, niente tende. E dal Canal Grande la sera si vedono centinaia di lampadine accese.

Finimenti di ottone brunito che ricordano molto l’alluminio proibito dal regolamento edilizio comunale. Ottone anche all’esterno, sulla facciata nella strada principale. Protestano architetti ed esponenti della cultura. Ma il progettista e Benetton si difendono ricordano come «negli anni Trenta l’edificio sia stato trasformato per farvi entrare le Poste».

Il grande buco circolare di Koolhaas e gli sventramenti sarebbero giustificati dal fatto che «già durante il fascismo vennero impiegate travi di cemento armato».

Una tesi che sarà illustrata anche giovedì sera alla Fondazione Querini di Santa Maria Formosa. Alle 18.30 si presenta il libro «Il Fondaco dei Tedeschi, Venezia Oma: il restauro e il riuso di un monumento veneziano», con Gilberto Benetton, l’archistar Koolhaas, Elisabetta Molteni e Francesco Dal Co. Trasformazione che il Comune ha concesso con l’amministrazione di centrosinistra guidata da Giorgio Orsoni, in cambio della disponibilità a usare il cortile 10 giorni l’anno per eventi pubblici e di 6 milioni di euro. Sufficienti, secondo i giudici amministrativi, per dimostrare «l’interesse pubblico» dell’operazione.

Il Fontego sarà aperto al pubblico ma come spazio commerciale privato.

Nei progetti ci sono anche visite organizzate di gruppi di turisti. Ma questo porterà un problema di accessi, dalle due etrate a terra e dall’acqua. Dove il Comune potrà concedere soltanto due pontiletti - come avevano le poste - per l’attracco di barche da trasporto e di taxi. Che sbarcati i clienti non potranno sostare nell’area.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia