«Il fondo Sk non ha mai chiuso attività acquistate»

MARGHERA. «Il Governo ha avuto modo di incontrare i responsabili del fondo statunitense Sk Capital, interessato all'acquisizione di una partecipazione in Versalis, ma al momento non esiste alcuna operazione già conclusa». L’ha ribadito ieri pomeriggio, alla Camera dei Deputati, il minisitro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi durante il “question time” del mercoledì, rispondendo ad un’interrogazione di Andrea Martella e altri deputati del Pd.
Il ministro Guidi, che una settimana fa ha incontrato Barry Siadat, amministratore delegato del fondo americano interessato ad acquistare il 70% del pacchetto azionario di Versalis spa, ha ricordato ieri, durante la sua risposta al “question time”, che il fondo Sk Capital «ha in portafoglio un pool di aziende che generano 9 miliardi di dollari di ricavi, con 9.000 dipendenti e oltre 100 impianti produttivi in 32 stati. È specializzato nei settore della chimica, biochimica, igiene ambientale e sanità, e non ha mai venduto le attività acquistate».
Dalle dichiarazione del ministro appare chiaro che il Governo non è a intenzionato a sostenere - come chiedono i sindacati - gli investimenti del piano quinquennale di Versalis (per un totale di 1 miliardo e 200 milioni) che prevede anche un nuovo impianto produttivo di “chimica verde” a Porto Marghera, al posto del vecchio impianto del cracking che doveva già essere chiuso in base agli accordi sottoscritti dalla stessa Versalis con i sindacati, due anni fa. «Sono in corso alcune valutazioni finalizzate a garantire migliori prospettive a Versalis, azienda nella quale comunque Eni intende mantenere una quota significativa», ha specificato Federica Guidi, sottolineando che in veste di ministro dello Sviluppo Economici «personalmente e con il coinvolgimento di tutte le parti e i territori regionali interessati, continueremo a lavorare per promuovere questo processo che ha come fine la valorizzazione e il rilancio delle attività di Versalis e il mantenimento della chimica nel nostro paese».
Al ministro ha replicato il deputato veneziano Andrea Martella, prendendo atto «della positiva volontà del Governo su questa vicenda», ricordando però che tra i lavoratori del gruppo Eni che domani scioperano in tutto il Paese «c’è molta preoccupazione e occorre quindi che tutti giochino a carte scoperte».
Martella ha poi detto al minstro che per il Pd su questa vicenda ci sono tre priorità: «Scongiurare il disimpegno di Eni dal settore della chimica sia tradizionale che verde e ogni ipotesi di ridimensionamento del settore; il pieno rispetto degli accordi fino ad oggi sottoscritti e degli investimenti programmati; il coinvolgimento delle Regioni, degli Enti locali, dei sindacati e dell’Eni affinché si giochi a carte scoperte con l’obiettivo di realizzare un progetto valido per la chimica di Versalis, presente in 8 siti industriali sparsi per l’Italia - tre dei quali (Mantova, Ravenna e Ferrara) sono collegati via pipe-line con il sito di Porto Marghera.
Oltre a Martella è intervenuto il suo compagno di partito, Luigi Taranto, ricordando che «il l parlamento ha approvato un atto di indirizzo lo scorso dicembre, votato alla unanimità, che indica al Governo una strada precisa affinché Eni non esca dal settore chimico e anzi lo potenzi».
Ieri gli oltre 400 delegati sindacali delle Rsu degli stabilimenti di Eni hanno sottoscritto una lettera-appello spedita al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella per ribadire che «il 19 febbraio sarà la terza volta che i lavoratori del guppo Eni scioperano per 8 ore e parteciperanno a Roma a piazza Santi Apostoli per farsi ascoltare e per spiegare perché non consentiremo a nessuno di riscrivere la storia industriale del nostro Paese i cui noi siamo parte integrante».
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