Il flop della social card la ottiene solo uno su tre
Solo uno su tre ce l’ha fatta. Sono appena una novantina i beneficiari, nel Comune di Venezia, della nuova social card. Il contributo sperimentale non è ancora arrivato alla applicazione pratica. Dopo un anno perso tra progettazione, attivazione, bandi per la partecipazione e verifiche sulle domande, solo tra marzo e aprile di quest’anno l’Inps comincerà ad inviare, dopo la pubblicazione delle graduatorie finali attesa a giorni, i contributi mensili che variano dai 231 ai 400 euro.
Di fatto, il progetto continua a rivelarsi un flop perché se prendiamo l’esperienza di Venezia è facile intuire che i numeri dei beneficiari, appena una novantina in tutto il Comune su quasi 300 domande, sono un campione minimo delle famiglie con figli alle prese con la crisi economica e a rischio impoverimento. Anche in Comune lo sanno e allargano le braccia. «Quello della nuova social card è un progetto che ha marciato con un fortissimo ritardo e che è stato rallentato da una esclusione rilevante, effetto dei criteri troppo rigidi che hanno inserito a livello governativo per questa sperimentazione. I problemi sono emersi anche in una riunione tecnica di pochi giorni fa con le altre città che hanno partecipato alla sperimentazione. A Napoli l’esclusione ha toccato punte del novanta per cento e da noi i risultati non sono certo soddisfacenti», spiega, amareggiato, il vicesindaco di Venezia, Sandro Simionato.
Quel che Simionato evita, nel suo stile, di dire è che la sperimentazione della nuova social card attivata dal governo Monti e proseguita con l’amministrazione Letta (50 i milioni stanziati) si sta rivelando ovunque un fallimento. Contributi che da agosto 2013, quando è scaduto il bando per le domande, ad oggi non sono ancora arrivati e ben pochi beneficiari. Esclusi dal provvedimento sono stati tanti, per le norme eccessivamente rigide per l’accesso ai contributi. A Venezia solo una 90ina di persone ammesse ai contributi su 275 domande arrivate. E un plafond per la città capace di dare risposta a massimo 300 domande. Poche.
Il Comune di Venezia, come gli altri enti locali coinvolti nella sperimentazione (in tutto dodici grandi città) non hanno potuto intervenire per apportare alcun miglioramento o accelerare il percorso. La nuova card affianca la vecchia, varata dal governo Berlusconi e di cui beneficiano in città 805 anziani sopra i 65anni e 148 famiglie di bimbi tra zero e tre anni. Tutti esclusi da questo esperimento dagli scarsi risultati.
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