Il flash mob contro uno stupro in via Piave: ma la ragazza non è stata violentata
MESTRE. Tutto inizia quando Sebastiano Sartori (leader veneziano della formazione di estrema destra Forza Nuova) racconta nei giorni scorsi su facebook che ci sarebbe stato uno stupro in pieno giorno in via Piave. Per Sartori si tratta di “stupro etnico” e accusa prefetto e questore di aver nascosto la notizia e di coprire gli stupratori.
La storia è diversa. Venerdì si presenta all’ospedale civile di Venezia una giovane di 29 anni. È insieme al padre. Dice di essere stata rapita e caricata di forza in auto da tre stranieri di colore in via Piave e intorno alle 15. Quindi l’avrebbero portata in zona Marghera dove l’avrebbero violentata a turno. Alla fine sarebbe stata abbandonata in un parcheggio nei pressi di via Ulloa.
I medici chiamano la polizia e la sottopongono ad accertamenti. Se da una parte appurano i segni di un rapporto sessuale, dall’altra non trovano tracce di violenza. Comunque , la Squadra mobile inizia le indagini. Molti particolari raccontati dalla giovane però sono contraddittori e con il passare del tempo gli investigatori cominciano ad avere forti perplessità sul racconto, a iniziare dal fatto che alle 15, in via Piave, difficilmente sarebbe passato inosservato il fatto che qualcuno cercava di caricare di forza una donna sul sedile posteriore dell’auto. Anche perché la donna in questione non è proprio magra. Quindi è il padre che chiede esplicitamente di non rendere pubblica la notizia, anche perché la figlia ha dei problemi di salute mentale.
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