Il figlio chiede scusa alla madre ma il giudice conferma il carcere

Eugenio Moretti dice di essere pentito della brutale aggressione alla donna di 83 anni, ancora ricoverata in Rianimazione: la vorrebbe aiutare. Il suo avvocato aveva chiesto gli arresti domiciliari
Di Giorgio Cecchetti
GIORNALISTA: Scattolin .AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: Mestre.DESCRIZIONE: sciopero nazionale dei medici all'ospedale dell'angelo
GIORNALISTA: Scattolin .AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: Mestre.DESCRIZIONE: sciopero nazionale dei medici all'ospedale dell'angelo

Non ha voluto rispondere alle domande del giudice veneziano Marta Paccagnella, del resto sarebbe stato difficile per lui trovare delle risposte sensate. Però il 44enne mestrino Eugenio Moretti ha espresso qualche pensiero, insomma ha rilasciato alcune dichiarazioni con le quali ha spiegato di essere rammaricato per quello che è successo, si sarebbe scusato e si sarebbe detto pentito della brutale aggressione alla madre 83enne, ancora in gravi condizioni nel reparto di Rianimazione dell’Angelo, anche se non è in pericolo di vita.

Difeso dall’avvocato Federico Guerriero, avrebbe espresso il desiderio di poter aiutare la madre. Ma il magistrato non ha ritenuto di rimetterlo in libertà e neppure di mandarlo agli arresti domiciliari, così come aveva chiesto il suo legale. Ha convalidato l’arresto eseguito dagli agenti delle Volanti della questura e ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare chiesta dal pubblico ministero Giorgio Gava con la pesante accusa di tentato omicidio. Questa volta non se la caverà tanto facilmente, come era accaduto alcuni anni fa, quando aveva picchiato il padre, morto due anni fa, e alla fine aveva patteggiato la pena, che gli era stata cancellata grazie alla sospensione condizionale. Il reato è ben più pesante di allora e non sarà facile per l’83enne Paola Callegaro riprendersi. Almeno per ora, l’avvocato Guerriero non ha aperto il capitolo delle condizioni psichiatriche dell’indagato, che durante l’interrogatorio è apparso lucido e non avrebbe dato la sensazione di essere disturbato. Ma, probabilmente, il difensore dovrà raccogliere la sua storia clinica, chiedere la documentazione al Reparto diagnosi e cura in modo da poter presentare istanze sulla base di una documentazione scientifica.

«Ho ucciso mia madre». Sono le 17.45 di venerdì 29 aprile quando il titolare di una tabaccheria di via Bissuola chiama il 113. Racconta di avere in negozio un uomo che, appena entrato, ha riferito di aver ucciso l’anziana madre. In zona lo conoscono e sanno dei suoi problemi psichici e di alcol. La centrale invia sul posto due volanti. Quando i poliziotti arrivano nella tabaccheria trovano Eugenio Moretti: è in stato di agitazione. Ha le mani sporche di sangue e segnate da graffi. Ripete anche ai poliziotti di aver ucciso la madre. Gli agenti si fanno accompagnare nell'abitazione della donna, in via Sofocle 24. I poliziotti entrano nell'abitazione e trovano Paola Callegaro a terra in corridoio riversa con la faccia in giù. La donna è ancora viva, ha però il volto devastato dai pugni e coperto di sangue. Si lamenta ma è ancora viva. Viene chiesto l'intervento del 118. Sul posto i sanitari di un'ambulanza e il medico rianimatore. Oltre ai colpi ricevuti sul viso, la donna ha una ferita alla testa. Mentre lei viene trasportata in ospedale il figlio in manette viene condotto negli uffici delle volanti in Questura.

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