Il fenomeno pompe bianche, venti centesimi in meno al litro: nel veneziano sono 72

Nel Veneziano esistono 72 stazioni di servizio che non dipendono dai grandi marchi: un modello che continua a espandersi 
Sbrissa Castelfranco distributore carburante Iper Station centro commerciale Iper
Sbrissa Castelfranco distributore carburante Iper Station centro commerciale Iper

VENEZIA. Il fenomeno dell’apertura delle cosiddette “pompe bianche”, anche in provincia di Venezia, è cominciato all’inizio degli anni Duemila. Prima attorno all’area del capoluogo, in terraferma, forse anche per la presenza del Petrolchimico di Marghera con le sue raffinerie, andandosi poi a espandere in tutto il territorio circostante.

Difficile, oggi, non trovarne una nei comuni con alcune migliaia di abitanti, benché quello di Venezia registri il numero più consistente di impianti di questo tipo, addirittura 16.

Complessivamente sono 72 quelli distribuiti in tutta l’area provinciale. A fare la parte del leone sono le insegne come Vega e Beyfin che, nel tempo, sono diventate aziende molto consistenti nel comparto petrolifero, riconosciute anche per la qualità dei propri prodotti e carburanti venduti. A loro si uniscono tanti altri marchi come ad esempio San Marco Petroli, Vianello, NoalOil o Trivengas. A Mestre si possono trovare pure insegne come Auchan o Tatanka.

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Insomma, un universo di imprenditori di settore che ha saputo fare la propria fortuna, costruendo nuove stazioni di servizio oppure subentrando a quelle dei produttori più conosciuti e di caratura nazionale o internazionale. Sostanzialmente, le pompe bianche sono stazioni di servizio indipendenti, che non fanno parte del circuito delle compagnie di distribuzione di carburante più note. In queste attività “no logo”, normalmente il prezzo non varia a seconda della tipologia di servizio, ma è più basso per altri fattori, ed è possibile risparmiare da 10 a 20 centesimi al litro rispetto alla media del servito.

Complessivamente, in Italia si stima che siano oltre 6 mila le pompe bianche, e lo sconto nasce dalle minori spese per marketing e pubblicità cui queste aziende vanno incontro, rispetto alle grandi società internazionali. I distributori di benzina senza logo, in genere, sono impianti muniti di self service, e solo le stazioni di servizio più grandi, dotate anche di lavaggio e altri servizi a supporto, hanno personale disponibile che aiuta il rifornimento specifico per i mezzi con impianti a gas o metano.

Spesso sono nate parecchie discussioni attorno alle pompe bianche, come ad esempio quelle legate alla qualità di benzina o diesel. Sul fatto che i prodotti venduti siano comunque sicuri, varie indagini lo hanno confermato, poiché i carburanti venduti devono superare esattamente gli stessi controlli e le medesime verifiche della benzina di “marca”. Dunque, rischi di carburante adulterato e contraffatto non esistono, se non nella stessa misura delle pompe di benzina con il tradizionale logo del produttore. E i casi in Italia non sono purtroppo mancati su ambo i fronti.


Per trovare una mappa completa delle pompe bianche, e vedere dove sono localizzate all’interno delle regioni, basta consultare il sito www.pompebianche.it, che raccoglie oltre 4 dei 6 mila distributori, e che è disponibile anche in versione app per i telefonini cellulari. È bene poi ricordare la differenza tra pompe bianche e impianti definiti “ghost”, letteralmente fantasma.

Si tratta di impianti di grandi società aperti ma che non hanno personale, e in pratica funzionano unicamente come self service. Qui, non essendoci addetti in servizio, i prezzi sono di conseguenza inferiori rispetto ai comuni distributori. Rispetto ai no logo, la forbice sul risparmio così si riduce. Ed essendo sempre minori i margini di guadagno, gli impianti ghost stanno aumentando.

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