Il dramma del lavoroe i servizi che mancano

PORTOGRUARO. "Ho 40 anni e sono senza lavoro" Manuel Stefanutto, residente in viale Isonzo a Portogruaro non riesce a mantenersi da solo perché disoccupato da diversi mesi. Come lui, molti altri portogruaresi tra i 25 e i 40 anni stanno cercando lavoro.


"Non c'è lavoro, non sappiamo cosa fare - dicono diversi giovani del paese - Io credo che a Portogruaro c'è bisogno di maggiore attenzione per le tematiche sociali, _ spiega Stefanutto _ Sarebbe bello potere almeno svolgere dei lavori saltuari per il Comune, come ad esempio pulire le strade, sistemare i giardini e altri lavori manuali, come me ci sono molte altre persone che sono a casa senza lavoro e che lo farebbero volentieri".


La mancanza di lavoro è una delle tematiche più sentite dalle famiglie di Portogruaro. "Io sono preoccupata per i giovani _ ha detto ieri la signora Maria Fratter, residente in viale Trieste _ sono anche io mamma di cinque figli ed ho paura per il loro futuro, i lavori sono precari e le possibilità di trovarne uno serio sono poche".


Anche la viabilità fa discutere. Portogruaro negli ultimi anni è attraversata da traffico pesante che paralizza il centro soprattutto nelle ore di punta (12-19). "Mancano le piste ciclabili _ fa notare Ugo Sergio Massarutto, residente in via G. Gaetano, 2 _ l'amministrazione sta lavorando molto bene, ma alcune piste ciclabili necessitano di essere sistemate e messe in sicurezza specialmente quelle vicino alla stazione dei treni, sono piene di buche".


Altro problema molto sentito dai residenti nella frazione di Giussago è la mancanza di servizi per gli anziani. "Non ci sono mezzi pubblici _ sottolinea Francesca Pauletto, residente a Giussago _ gli anziani se non vengono accompagnati in auto, non riescono a raggiungere l'ospedale e il centro di Portogruaro, c'è bisogno di maggior collegamento con il capoluogo, altrimenti la gente si sente abbandonata".


Anche Lucia Gottardi di Giussago, vive lo stesso problema: "La nostra frazione è abbandonata, non ci sono negozi, non c'è un impianto sportivo per i giovani e per gli anziani non si fa nulla, non hanno nemmeno un posto dove potersi incontrare per giocare a carte o stare in compagnia, rimangono i bar, ma le donne non ci vanno e così rimangono le più penalizzate in questa situazione".


Tra i disagi emerge anche quello di via Triestina. Gino Banini racconta che da 10 anni paga il pedaggio all'Anas senza poter usufruire della strada per entrare e uscire di casa. "Mi sono arrabbiato molte volte _ racconta l'uomo _ ma non è mai cambiato nulla, sulla strada davanti a casa mia hanno messo la linea bianca continua che non consente il passaggio delle auto. Così per andare a Portogruaro devo fare il giro a Lison e per tornare a casa da San Donà di Piave mi tocca andare per Mazzolada, un giro incredibile, siamo stanchi di questa condizione stradale. Oltretutto paghiamo anche il pedaggio".


E il traffico caotico preoccupa anche Amerigo Panizzo padre di un bimbo che va alle elementari e che il primo giugno ha sfilato con 450 coetanei in piazza per la festa della Repubblica. "Erano così carini con le bandierine tricolori _ ricorda il padre _ peccato che una manifestazione di questa portata sia stata poco pubblicizzata".


Ma Amerigo punta il dito contro il traffico caotico che non permette più di circolare in centro e anche su un altro argomento che sta a cuore a tanti padri di famiglia: le centrali a biomassa. "Sono troppe quelle che stanno costruendo nel nostro territorio _ dice preoccupato Amerigo _ Non sono un tecnico e ho cercato di informarmi il più possibile. Cinque centrali sono troppe perché diffondono un senso di insicurezza. C'è poi il problema dei controlli. Non c'è chiarezza su cosa brucino queste centrali. A Lugugnana mi hanno raccontato di montagne di vinacce dove però spuntava anche materiale chiaramente non organico. Spero si siano sbagliati, ma vorrei sapere, come padre di famiglia, chi controlla quello che viene bruciato in queste centrali".

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