«Il digiuno ci fortifica il sogno è la moschea»
MESTRE. È ufficiale, il Ramadan, il mese sacro per i musulmani, quello in cui fu rivelato il Corano, inizierà la notte tra oggi e domani, di fatto mercoledì all’incirca alle 3 del mattino. Il digiuno durerà fino alle 21 della sera, quando si romperà per la cena comune e la preghiera "molto gradita", la cosiddetta "Isha".
A guidare i musulmani è l’imam di Marghera, Hamad Mahamed, siriano, assunto dal Centro Islamico Veneziano (Civ Onlus), laureato in teologia, che ieri sera si trovava nella moschea della Misericordia, assieme a Hoda Kheireddine, imprenditore libanese e all’imam di Spinea, presidente dell’associazione culturale Assaram che significa Pace, Hamid Blaouali. La sala di preghiera di Spinea, che si trova in via Negrelli, è punto di riferimento per i fedeli di Allah della zona, da Noale a Santa Maria di Sala.
Il Papa oggi (ieri, ndr) da Lampedusa ha augurato buon Ramadan ai musulmani, cosa ne pensate?
«Questo Papa», spiega l’imam di Marghera, «anche per provenienza, è vicino alle persone, le sue dichiarazioni sono rivolte al bene di tutti, i suoi gesti trasmettono grande umanità e segue davvero le orme di Gesù, lo si vede dalla sua umiltà e da come cammina con la gente». Prosegue Mahamed: «È un simbolo importante e il fatto che si sia rivolto a noi è una cosa favolosa».
Qual è il significato del Ramadan?
«È qualche cosa di spirituale», spiegano i due imam, «il digiuno serve a fortificare il legame tra le persone e Dio, nessuno obbliga ad osservare il Ramadan, ma il fatto di praticarlo, rende evidente l’amore che unisce il fedele al creatore».
C’è un risvolto sociale.
«Ogni venerdì ci si trova per la preghiera, ma durante il mese sacro ci si riunisce ogni giorno, tutti assieme, il ricco con il povero, spariscono le differenze tra le persone, vengono livellate le gerarchie, ceniamo tutti alla stessa tavola e dimentichiamo i problemi». Precisa Blaouali: «Non dimentichiamo che il Corano è identico da quattordici secoli, tutti hanno la possibilità di ascoltare la stessa parola, di cui non è stato cambiato nulla». E c’è una precisazione ancora più importante per l’imam di Marghera: «L’astinenza dall’acqua e dal cibo, ci fa ricordare il loro valore, l’importanza di cose che diamo quotidianamente per scontate».
Vi sentite integrati?
«Ognuno ha un diverso concetto di interazione», chiarisce Blaouali, «noi siamo aperti a tutti, le nostre sale di preghiera sono pubbliche, chiunque può venire, forse qualcuno può talvolta avere delle riserve verso di noi, ma la nostra fede è inclusiva. La fede Islamica è accogliente, non è un favore che facciamo agli altri, è il Corano che lo sostiene».
L’imam di Marghera ha scritto un volumetto dal titolo “I cristiani nel Corano”.
Venezia è accogliente?
«Molto. È una città turistica, concordano Mahamed e Blaouali, «particolare, abituata al dialogo con gli altri e aperta, già con altre città come Treviso si nota subito la differenza».
Ci starebbe bene una moschea?
«Il nostro sogno», risponde l’imam di Venezia, «è costruire una moschea all’avanguardia per Venezia, una moschea moderna, di valore, e sono sicuro che sotto il profilo istituzionale e amministrativo non incontreremmo difficoltà di sorta, ma la nostra è una comunità giovane che deve crescere e non credo che siamo ancora pronti, anche se saprei già il nome: moschea di Gesù Cristo».
Egitto, Siria, la violenza non finisce.
«A livello di democrazia, ci si pongono molte domande», spiega Mahamed, «se fa comodo va bene. Altrimenti?» «I governi temono l’Islam», aggiunge il collega, «perché sanno che vuole livellare le differenze sociali tra ricchi e poveri».
E gli indigenti?
«Cerchiamo di aiutare i bisognosi, quelli che lo sono davvero, con pasti, indumenti, i nostri centri però hanno possibilità limitata».
Un desiderio?
Ad esprimerlo è Hamad Mahamed: «Quello di poter entrare nel carcere di Venezia per aiutare gli ospiti di fede musulmana che ne hanno estremo bisogno».
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