Il difensore: «Incongruenze e contraddizioni»

L’avvocato Alessandro Doglioni, legale di Monica Busetto, ha messo in difficoltà più volte la testimone

A fianco Monica Busetto, imperturbabile, l’avvocato difensore Alessandro Doglioni ha incalzato per più di tre ore «Milly» Lazzarini nel pomeriggio, evidenziando decine di incongruenze e contraddizioni tra i quattro interrogatori rilasciati alle pubblico ministero Lucia D’Alessandro e Alessia Tavarnesi, che hanno condotto le indagini, e le dichiarazioni rese ieri in aula. Durante l’esame il legale veneziano ha sostenuto che «solo nel primo interrogatorio reso dalla donna (quello del 24 febbraio in cui accusa solo se stessa, negando qualsiasi responsabilità della Busetto: ndr) le dichiarazioni sono state davvero spontanee», insinuando che quelle seguenti non lo sarebbero state.

Ecco alcune delle contestazioni mosse dall’avvocato. Gli inquirenti, grazie ai tabulati, hanno scoperto che da casa Lazzarini erano partite numerose telefonate per la Pamio: la collaboratrice di Giustizia ha sostenuto che era sua madre a parlare con l’anziana amica, ma la madre ha negato, «Mai chiamato al telefono la Pamio» avrebbe detto. Numerose volte «Milly» ha affermato che la porta d’ingresso dell’appartamento della vittima era stata chiusa dopo la sua entrata, ma se così è stato come avrebbe fatto a entrare improvvisamente in casa dell’anziana la Busetto, come invece sostiene lei? Ieri, ha ribadito che quando era arrivata l’imputata era vestita «da casa, con una tuta o un pigiama» in un’altra occasione, al contrario, aveva riferito che indossava un camice da ospedale con guanti di lattice e un berretto. Non solo, in un precedente interrogatorio ha raccontato di aver trovato l’inserviente ospedaliera già nell’abitazione della Pamio. Ieri, ha riferito di aver dato un solo colpo sulla fronte con lo schiaccianoci alla vittima mentre il medico legale che ha svolto l’autopsia ha scritto che il viso dell’anziana era sfigurato dai numerosi colpi, piovuti da destra e da sinistra. Le indagini della Polizia l’hanno smentita anche il fatto che lei si sia recata da ben quattro compro oro: nessuno di loro avrebbe ricevuto la sua visita per piazzare anelli e orecchini rubati alla Pamio, mentre dopo l’omicidio soltanto un amico della Lazzarini ha lasciato al compro oro di Corso del Popolo per 415 euro due anelli. Infinei guanti di color azzurro che Busetto si sarebbe infilata in casa sua, operazione che «Milly» situa in momenti diversi.

La Corte d’assise d’appello si è poi ritirata per decidere sulle istanze presentate dalla difesa e dal procuratore generale per l’accusa. Accolta l’istanza dell’avvocato Doglioni di acquisire tutti gli interrogatori precedenti di «Milly», respinta quella dell’accusa di chiamare a testimoniare 4 detenute e un agente di custodia della Giudecca. (g.c.)

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