Il dialetto irrompe in clinica “Consenso informà in venessian”
Il dialetto entra in ospedale e al Policlinico San Marco lo fa dalla porta principale. La clinica privata di via Zanotto, nell'ambito della propria attività di assistenza, ha lanciato un’iniziativa innovativa di traduzione in dialetto del consenso informato. Si tratta della documentazione che viene consegnata ai pazienti candidati agli interventi di protesi articolare del reparto di Ortopedia del Policlinico, dove viene descritto tutto ciò che si deve sapere in merito alle operazioni ed eventuali rischi.
«L'iniziativa è nata in accordo anche con alcune associazioni di volontariato e di tutela del consumatore impegnate sul territorio, e vuole contribuire da un lato a garantire una maggiore vicinanza tra il personale sanitario e il malato, e dall'altro alla conservazione del patrimonio culturale rappresentato dalla lingua dialettale che caratterizza la nostra comunità», spiegano dalla clinica mestrina.
Chi dovrà leggersi la documentazione, potrà chiederla anche in dialetto, e riceverà il consenso informà in venessian. Un lavoro che ha avuto per protagonista la dottoressa Espedita Grandesso per quanto concerne l’aspetto della traduzione dall’italiano al veneziano. Finora il Policlinico lo ha sperimentato già con 300 pazienti e domani è prevista una conferenza stampa nella quale i vertici della casa di cura esporranno anche il livello di gradimento dell’iniziativa tra i malati ricoverati. Tutto ciò perché il consenso informato è la manifestazione di volontà che il paziente esprime in ordine all'esecuzione di un accertamento o trattamento sanitario. Ogni singolo trattamento diagnostico, singola terapia, qualsivoglia intervento medico non può essere fatto se non con il valido consenso del paziente, che sia stato compiutamente e idoneamente informato in ordine al trattamento cui sarà sottoposto, e ai rischi che da tale trattamento possono derivare. Giuridicamente rappresenta il diritto del paziente di scegliere, accettare o anche rifiutare i trattamenti che gli vengono proposti dai medici. Dato che il consenso è personale e deve essere espresso al momento, è importante che ci sia la massima comprensione da parte del malato. «Consenso in dialetto? Da un lato il progetto rientra all'interno della politica di umanizzazione della sanità e dall'altra aiutare a conservare la tradizione e la cultura locale come contributo al ricco ed eterogeneo patrimonio nazionale che rende unica l'Italia». replicano dal policlinico. «Tutto ciò evidenziando una cura particolare da parte del Policlinico verso i propri pazienti, aiutando quelli più anziani che parlano il dialetto a sentirsi più a proprio agio nella struttura».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia