Il dentista Carli nei guai per evasione

Dopo il rinvio a giudizio per truffa a Padova, la Finanza ha scoperto che il medico non avrebbe dichiarato al Fisco 50 mila euro

Non solo truffa ai danni dell’Azienda ospedaliera di Padova, ma anche evasione fiscale e oltraggio a corpo militare. Queste sono le accuse mosse da due diverse procure - quella di Venezia e quella di Padova - da cui dovrà difendersi uno dei più noti dentisti mestrini, il 70enne Pietro Carli. Dopo che dieci giorni fa il giudice dell’udienza preliminare di Padova lo ha rinviato a giudizio per truffa (il processo si farà l’8 ottobre), si è mossa anche la Procura lagunare. Il pubblico ministero Elisabetta Spigarelli, infatti, sul tavolo ha il fascicolo per il reato di oltraggio alla Guardia di finanza, un’accusa per la quale il codice penale prevede una pena di tre anni di reclusione.

Che cosa è accaduto? Entrambi le inchieste nei confronti del noto professionista (è stato docente nella Clinica odontoiatrica di Padova, è stato dal 1986 al 2004 presidente della Commissione odontoiatri dell’Ordine dei medici di Venezia) sono state avviate a causa di una verifica fiscale compiuta nel suo studio di via Mestrina dai finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria. In quell’occasione, Carli era stato convocato negli uffici della Guardia di finanza di via Costa per la notifica di un verbale, lui si era presentato ma, stando alla ricostruzione, ha sostenuto che i finanzieri non avrebbero dovuto denunciarlo per truffa e a mandato a quel paese, con epiteti più pesanti, la Guardia di finanza.

La verifica fiscale, inoltre, si sarebbe conclusa con una segnalazione all’Agenzia delle entrate per compensi che non avrebbe dichiarato per poco più di 50 mila euro, una cifra sotto la soglia della denuncia penale. I finanzieri avrebbero ricostruito la cifra sulla base della documentazione extracontabile - in pratica contabilità in nero - trovata nel computer dello studio di via Mestrina. La cifra riguarda gli anni che vanno dal 2009 al 2012. Si tratta della stessa cifra contestata per il reato di truffa dal pubblico ministero di Padova Vartan Giacomelli. Carli ha prestato servizio in Azienda Ospedaliera, Clinica Odontoiatrica, curando migliaia di pazienti. Il docente universitario aveva un rapporto esclusivo di lavoro con l'ente pubblico, percependo, per tale motivo e secondo quanto previsto dalle norme, un trattamento economico aggiuntivo rispetto a chi non ha l'esclusività.

Secondo l’accusa Carli avrebbe esercitato attività non autorizzate, o comunque al di fuori degli accordi, in una struttura esterna a lui riconducibile. Il problema? Svolgendo tale lavoro in violazione della convenzione, avrebbe percepito uno stipendio superiore a quello a cui aveva diritto. La somma complessivamente contestata è di 57 mila 981 euro. Lo scorso febbraio l'Azienda Ospedaliera ha chiesto la restituzione del denaro, senza però ottenere risposta. D'altra parte, per l'odontoiatra, le accuse sono completamente infondate. «La convenzione con l'Azienda Ospedaliera consentiva di poter esercitare attività libero-professionale dentro o fuori l'Azienda» sostiene. (g.c.)

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