Il cuore d’oro di un autista: trova e restituisce 970 euro
Un altro guidatore dei bus trova portamonete con 350 euro, la pensione sociale di una anziana, e un'agendina. La chiama al cellulare per ridarglieli. Due episodi di onestà che fanno capire quanto bella è la gente
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CHIOGGIA. Gli autisti di BusItalia Veneto (in tutto 800 dipendenti tra urbano ed extraurbano) hanno un cuore d’oro grande come una montagna. In poco più di un mese si sono resi protagonisti di due episodi, degni di essere portati all’attenzione dell’opinione pubblica per generosità e per un alto senso di solidarietà sociale. In entrambi casi i due autisti in questione hanno trovato, a bordo dei mezzi pubblici da loro guidati, due portafogli, persi dai rispettivi utenti, pieni di soldi ed, invece, di metterseli in tasca, li hanno, immediatamente consegnati, a fine turno, alla portineria aziendale, per poi, farli arrivare ai legittimi proprietari. Il primo episodio è successo nel pomeriggio dell’altroieri.
L’autista Federico T., residente a Chioggia, sposato, con figli a carico, assunto in BusItalia a tempo determinato tramite un’agenzia interinale, parte dal capolinea di Torreglia dopo le 14.30, diretto a Padova Autostazione, via Montegrotto ed Abano. Entrato già all’interno del territorio del capoluogo, una viaggiatrice gli comunica che c’era un portafogli a terra.
Alla fermata successiva l’autista raccoglie il portafogli, lo apre subito e nota che all’interno ci sono 970 euro in cash e una carta di credito scritta con i caratteri della lingua cirillica. Quasi certamente si tratta di un turista russo, che sta effettuando un periodo di vacanza in un albergo di Montegrotto o di Abano.
Fatto sta che l’autista interinale non ci pensa su due volte a depositare il portafogli nella portineria dell’azienda, in via Rismondo.
Il secondo atto di gran cuore e onestà è capitato, a Maurizio Sassano, un dipendente diretto di BusItalia da anni. «Stavo già rientrando in deposito alla fine di una corsa effettuata a bordo di bus della linea 10 (Ferrovia-Sarmeola di Rubano-Caselle di Selvazzano) quando ho raccolto sotto un sedile un portafogli contenente 350 euro», spiega Sassano, «All’interno del portamoneta c’era anche una piccola agenda, con alcuni numeri telefonici. Ho subito chiamato, con il mio cellulare, il numero telefonico, che era segnato a fianco della scritta sorella. In pratica i 350 euro trovati sul bus sono stati consegnati alla legittima proprietaria, che, poi, era una signora nata nel 1928. Ossia una donna che ha già 89 anni, anche se portati benissimo e con grande classe ed eleganza visto che ne dimostra, al massimo, 70».
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