Il controllo del vicinato nel cuore del degrado
Il Controllo del vicinato arriva al cuore caldo di Mestre. Lunedì sera, al Centro civico di via Sernaglia, si è svolto l’incontro costitutivo del controllo del vicinato in una delle zone più bollenti della città, nel centro del mirino degli abitanti e del gruppo CittadiniDiVenezia, che ogni mese scrive al sindaco per denunciare i problemi della zona che riguardano da vicino la parte terminale di via Cappuccina e le vie limitrofe.
«Ci sono arrivato per ultimo nel centro del degrado», spiega il consigliere delegato Enrico Gavagnin, «sono partito dall’esterno verso l’interno, come si usa nella descrizione del sopralluogo di polizia scientifica: in periferia è più semplice, anche perché ci sono i gruppi storici e le identità già formate, il centro di Mestre assomiglia alla periferia delle grandi città, come Milano, serve un approccio diverso. Qui bisogna prima riprendersi il territorio con le forze di polizia. In questo caso, poi, siamo in presenza di un altro fattore, c’è da fare un discorso in ambito prefettizio. Noi cerchiamo di entrare nella maglia sociale». «La situazione in quest’area», spiega Antonella Chiavalin, volontaria e responsabile regionale del Cdv, «è davvero grave: spaccio, prostituzione, furti, rapine e atti intimidatori da parte di stranieri. Nonostante ciò, però, le persone che hanno aderito al gruppo ci credono e vogliono un cambiamento, tutti assieme». Prosegue: «L’aggregazione ci rende più forti e meno vulnerabili. Certo, il lavoro in collaborazione con l’amministrazione e le forze dell’ordine sarà certosino. È anche vero che il Cdv non risolve tutti i problemi, ma certamente ci sarà una differenza qualitativa di vita quotidiana, per i cittadini». Presenti, tra gli altri, i rappresentanti di carabinieri e polizia di stato. E moltissimi cittadini.
«Siamo stati soddisfatti», aggiunge, «nonostante la gente fosse arrabbiata, l’idea di creare comunità arriva in presa diretta alle persone, è fondamentale ricostituire il tessuto sociale, detto questo i cittadini ci hanno raccontato i problemi quotidiani di spaccio, prostituzione, fare aggregazione non è la panacea di tutti i mali, lo sappiamo, ma rende meno vulnerabili». Sono oramai moltissimi, in città, gli aderenti al controllo del vicinato. «Il Sistema è stato messo in orbita», chiarisce Gavagnin, «ora dev’essere stabilizzato. I gruppi si formano da soli, ne stanno nascendo in autonomia e sono addirittura talmente indipendenti che si auto convocano. Adesso urge concentrarsi principalmente sulla formazione dei coordinatori». (m.a.)
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