Il Consiglio di Stato ripesca il Contorta

Annullata la bocciatura del Tar Veneto. Costa: «Soddisfazione, le critiche erano pretestuose». In marzo udienza di merito
Di Alberto Vitucci

«Avanti con il Contorta». Il Consiglio di Stato respinge i ricorsi d’appello dei comitati e annulla la sentenza del Tar che aveva definito “illegittimo” il progetto del nuovo canale presentato dal Porto. Per ora si tratta dell’accoglimento della sospensiva, dal momento che l’udienza di merito è stata aggiornata al 10 marzo 2016. Ma l’orientamento dei giudici romani è chiaro. «La omessa sospensione della decisione del Tar», scrivono nella sentenza Riccardo Virgilio (presidente), Nicola Russo, Fabio Taormina (relatore), Leonardo Spagnoletti e Giuseppe Castiglia, «finirebbe unicamente con il ledere l’interesse dell’Autorità (portuale)». Lo stesso progetto è infatti all’esame della Valutazione di impatto ambientale. «Sospeso», aggiungono i giudici, «per ragioni diverse dalla avvenuta emissione della sentenza del Tar».

Il presidente del Porto Paolo Costa, in Cina per cercare finanziamenti all’altro grande progetto, la piattaforma off shore per le merci, canta vittoria. «Mi sono preso diciamo una soddisfazione», commenta, «questa sentenza è la dimostrazione di quanto fosse strumentale l’accusa di illegittimità al nostro progetto».

Cosa succederà adesso? In realtà lo scavo del Contorta è stato abbandonato da tempo. Tanti i dubbi espressi anche dalla commissione Via. Ma la nuova proposta, sostenuta anche dal Comune - lo scavo delle Tresse - era stata presentata dal Porto come “variante” proprio al Contorta. Che adesso è stato rimesso sul binario, e quindi potrà “trainare” l’altro, abbreviando i tempi.

Una sentenza, quella della quarta sezione del Consiglio di Stato, che ribalta completamente quella emessa nel luglio scorso dai giudici del Tribunale amministrativo del Veneto. E che già solleva qualche polemica. Nell’introduzione al dispositivo, i giudici amministrativi d’appello scrivono che lo scavo del Contorta Sant’Angelo deve «consentire l’accesso al porto crocieristico senza transitare per l’area industriale di Marghera».

In realtà il tentativo e le norme di legge prevedono di evitare il passaggio davanti a San Marco e per il canale della Giudecca. L’area industriale di Marghera non c’entra. E sarebbe toccata in parte invece proprio dal progetto del canale delle Tresse. Un “taglio” che dal canale dei Petroli consentirebbe di raggiungere l’attuale Stazione Marittima. Questione dibattuta, perché c’è chi insiste per mettere le navi troppo grandi fuori della laguna. In altra direzione si muovono invece Porto, Vtp e adesso anche il Comune guidato da Brugnaro. Questa sentenza segna un punto a loro favore.

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