«Il conflitto con l’Islam dipende dal Medio Oriente»

«Il conflitto con l'Islam all'interno della nostra Europa dipenderà da quanto accadrà nel Medioriente». A ragionare sul fragile equilibrio tra Europa e Islam ieri sera in piazza Ferretto, Angelo Panebianco e Cesare De Michelis, stuzzicati dalle domande del giornalista Luigi Vicinanza davanti a una platea che ha occupato tutte le sedie a disposizione. Successo di pubblico anche nel penultimo giorno del Festival della Politica, dopo un venerdì che aveva catalizzato ben 2.500 persone in centro.
Essere stati Charlie Hebdo è stata solo ipocrisia? Sappiamo affrontare il tema delle religioni come soggetti politici? Il pontificato di papa Francesco può servire al dialogo? Sono alcune delle domande rivolte ai due accademici. «Quanto accadrà nel Medioriente avrà grosse ripercussioni su molti dei problemi che ci troviamo ad affrontare in certi settori con la comunità islamica», ha esordito Panebianco, «le tensioni di oggi sono antiche. Molto di quanto avverrà dipende da ciò che accadrà in Medioriente». E ancora: «Lo stesso Stato Islamico è il frutto del crollo dei confini nella penisola arabica, Siria Iraq. Quando si arriverà a una conferenza di pace in Medioriente, allora si stabiliranno nuovi stati mono etnici, mono confessionali e mono religiosi, solo allora anche il rapporto con l'Islam europeo diventerà più sereno: finché quell'area resterà instabile politicamente, i riflessi non possono che essere negativi su di noi. Ma perché ciò accada occorrerà molto tempo e molte tragedie». Panebianco ricorda che a dispetto di quanto la maggior parte pensi, «uno dei posti più pericolosi del mondo è il mar della Cina». Ossia la Corea.
«Dobbiamo rimetterci a dialogare», ha sottolineato De Michelis, «noi tendiamo a lanciare anatemi, abbiamo perso l'abitudine al confronto perfino nelle piccole cose: credo che dobbiamo dialogare costruendo soluzioni accettabili, ma serve fantasia, bisogna spezzare tabù, nessuno può dire “le condizioni le detto io”, non è possibile dire “burkini no o sì”, bisogna pensare tre volte, sono finiti i muro contro muro». Dal burqa al burkini, alla responsabilità individuale quale valore non negoziabile, tanti i temi toccati. Tra le questioni sul piatto, la secolarizzazione. «L'Europa è l'area più secolarizzata», ha sottolineato Panebianco, «ciò crea un grosso problema nel trattare con l'altro, perché l'uomo europeo non capisce più qual è il peso della religione. Essendo scomparso il ruolo della religione, è difficile decifrare comportamenti che non si comprendono, non a caso l'estremismo islamico parla di noi come cristiani senza percepire che non lo siamo più».
Oggi ultima giornata della rassegna. Moltissimi gli eventi in programma tra degustazioni di vino, spazio Shakespeare, lectio magistralis e molto altro. In serata i momenti clou. Alle 19 uno tra gli incontri più attesi del Festival 2016: in piazza Ferretto interverrà Francesco De Gregori, che ha recentemente dato alle stampe la sua autobiografia dal titolo “Passo d'uomo”.
Alle 20.45 in piazzetta Pellicani Sergio Staino e Luca Boschi chiuderanno il ciclo “Politica e Fumetti”.
Marta Artico
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia