Il concordato preventivo salva i posti alla Tubital

Il Tribunale ha accolto la richiesta sulla base di un progetto di proseguimento dell’attività illustrato dai professionisti De Sordi e Spiga. Niente fallimento

MARGHERA. Il Tribunale ha accolto la richiesta di concordato preventivo per la «Tubital» di Marghera sulla base del progetto di proseguimento dell’attività illustrato alcuni mesi fa dal ragioniere Enrico De Sordi e dall’avvocato Gavino Spiga. I giudici veneziani della sezione fallimentare avevano poi affidato alla commercialista Federica Candiotto, ora nominata commissario giudiziale, l’incarico di appurare se il progetto aveva le gambe su cui camminare e, in particolare, se l’affitto d’azienda e le vendite patrimoniali previste nel programma presentato potevano accontentare i creditori, sia quelli privilegiati sia i chirografari. Evidentemente, le risposte sono state positive e i 45 posti di lavoro dell’azienda di via delle Querce non andranno perduti.

Grazie all’affitto di azienda (in questo modo procederà l’attività) e alle cessioni i creditori privilegiati otterranno il 100 per cento di ciò che spetta loro e i chirografari il 51 per cento, tutto questo entro il mese di ottobre del 2020 in varie fasi. Il Tribunale (presidente Gabriella Zanon e giudice relatore Martina Gasparini) ha ritenuto «la proposta meritevole di considerazione» e ha dichiarato aperta la procedura di concordato preventivo.

La «Nuova Tubital s.c.p.a.» aveva raggiunto fatturati da 13milioni di euro ed era un’azienda storica di Porto Marghera, leader nella progettazione e costruzione degli apparecchi a pressione nel mercato “oil and gas”. Era entrata in profonda crisi: è specializzata nella progettazione e produzione di apparecchi pesanti per le raffinerie e gli impianti petrolchimici e chimici (reattori, recipienti a pressione, colonne a gas, scambiatori di calore, recuperatori di gas, skid per rimozioni di CO2, serbatoi di stoccaggio). Per la produzione si avvale di personale altamente specializzato ed utilizza le più recenti tecnologie informatiche ed attrezzature meccaniche speciali per lavorazioni di precisione.

Per evitare il rischio del fallimento e quindi la chiusura dell'azienda con la perdita di oltre quaranta posti di lavoro, peraltro con inevitabili ripercussioni anche per una decina di aziende artigiane che operano direttamente nel territorio, i due professionisti De Sordi e Spiga avevano avviato da diversi mesi varie trattative con imprenditori del Veneto per pervenire al salvataggio dell'impresa. La determinazione, la disponibilità, il sacrificio di tutti gli attori (dipendenti, imprenditori, professionisti e sindacati) hanno ora consentito di salvaguardare il valore dell'azienda, basato su un rilevante e storico bagaglio tecnico e, nel contempo, di garantire l'occupazione del personale dipendente, dando continuità produttiva all'azienda mediante il raggiungimento di un accordo (affitto d'azienda con opzione d'acquisto) con un soggetto operante nell'ambito dello stesso settore. (g.c.)

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