«Il Comune si decida sui beni della Curia»

Chioggia. Appello del vescovo Tessarollo per la chiesetta del cimitero e la “Casa del divino amore”

CHIOGGIA. Il vescovo lancia un aut aut all’amministrazione comunale sul futuro di alcuni beni di pubblica utilità.

Dalle pagine dell’ultimo numero della Nuova Scintilla monsignor Adriano Tessarollo ricorda i punti interrogativi ancora pendenti sul futuro dei locali utilizzati dai frati accanto alla chiesetta del cimitero e della Casa del divino amore di Sant’ Anna.

Da diversi anni i padri cappuccini si sono ritirati dal cimitero (la cui chiesa è proprietà del Comune), ma la Diocesi ha provveduto a garantire comunque il servizio quotidiano della messa e le celebrazioni dei Santi e dei defunti.

«I locali usati dai frati», scrive il vescovo, «come risulta dalla convenzione, sono dei frati ma costruiti sul territorio del Comune. È desiderio dei frati lasciare gratuitamente i locali in uso alla Diocesi per scopi caritativi. La Diocesi è disposta a prestarsi per servizi caritativi ritenuti molto utili in città. Naturalmente il Comune ha la facoltà di acquisire il tutto, saldando il dovuto ai cappuccini, ma non si è ancora capito che intenzioni abbia. L’amministrazione precedente, più volte sollecitata, per tre anni non ha dato risposta. L’attuale sembra orientata a utilizzarli per altri servizi. Si fa come si può e con quel che c’è. Noi la disponibilità l’abbiamo offerta, ma naturalmente la decisione finale non spetta a noi». Altra partita aperta quella della Casa della Madonna del divino amore, chiusa da qualche anno perché necessita di un importante intervento di messa in sicurezza. Il progetto di adeguamento è pronto, ma la Diocesi attende le autorizzazioni comunali per procedere. «La struttura era divenuta ingestibile», spiega il vescovo, «aveva impianti obsoleti, grande dispersione di calore, era eccessivamente ampia. Il nuovo progetto prevede materiali e impianti a basso impatto ambientale con il minimo dispendio energetico, quindi con vantaggio economico di gestione e ecologico. Il progetto prevede una notevole riduzione della cubatura (circa un terzo), diminuita in altezza, quindi un minore impatto ambientale. Il costo è consistente e sarà per la Diocesi un notevole impegno. Siamo in attesa di una delibera consiliare che permetta il via libera al nuovo progetto. La nuova struttura potrà prestarsi anche a servizi di utilità per il territorio. Se ci dovessero essere imposti ulteriori vincoli che aumentino i costi o non permettessero l’autonomia di gestione, rinunceremo alla realizzazione, lasciando a futura memoria il relitto in abbandono o in attesa di alienarlo a chi vorrà investire a proprio vantaggio».(e.b.a.)

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