Il Comune lascia a casa cento precari

Garantita per ora solo l’assunzione di 21 dipendenti in scadenza, poi nel 2017 concorsi liberi a tutti per altri 59 posti
Di Enrico Tantucci
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Mestre, Piazza Ferretto/ Protesta degli insegnanti precari
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Mestre, Piazza Ferretto/ Protesta degli insegnanti precari

Il Comune lascia a casa buona parte dei 119 dipendenti precari il cui contratto scade tra pochi giorni e che passeranno purtroppo perciò con le loro famiglie un triste Natale.

Finisce malissimo infatti la lunga trattativa di ieri a Ca’ Farsetti con l’assessore al Personale Paolo Romor per decidere la sorte del personale a tempo determinato di Ca’ Farsetti che doveva in parte essere definitivamente assunto e in parte riconfermato con un nuovo contratto. Romor ha detto ai sindacati che il Comune si impegna ad assumere in tempi brevi solo 21 dei 43 dipendenti il cui contratto doveva essere trasformato a tempo indeterminato perché già in graduatoria. Nessuna garanzia per gli altri, che così restano a casa. Ma restano a casa - almeno per ora - anche gli altri 76 dipendenti a tempo determinato con il contratto in scadenza e che non possono essere riconfermati perché non è possibile prorogare i contratti avendo il Comune lo scorso anno sforato il Patto di Stabilità. L’assessore ha detto che il Comune bandirà il prossimo anno una serie di concorsi per complessivi 59 posti, di cui il 40 per cento dei posti saranno riservati ai dipendenti uscenti. Solo 24 di essi dunque potrebbero essere sicuramente riconfermati.

Nessuna garanzia. Ma per tutti gli altri non esiste invece alcuna garanzia di riassunzione, dovendo tra l’altro confrontarsi con concorrenti molto più giovani. Disatteso anche l’impegno preso da Romor in Prefettura di presentare nell’incontro un piano per la deprecarizzazione del Comune nei prossimi anni. Anche qui nessuna garanzia.

Critiche. «È una situazione vergognosa», commenta il segretario della Uil Mario Ragno, «perché la delegazione trattante, a cominciare dall’assessore Romor non ha alcun potere, decide solo Brugnaro, che sceglie di lasciare a casa, senza ammortizzatori sociali un centinaio di lavoratori con le loro famiglie. Il sindaco parla di dossier nei confronti del personale, ma la Direzione del personale ieri ci ha detto che non esistono. Chi li sta mettendo insieme, allora, gli uomini delle aziende di Brugnaro? Lo sfido nella pubblica piazza a confrontarsi sui dati falsi che diffonde, a cominciare su quelli dell’assenteismo al 10 per cento dei dipendenti».

Lettera. Si spera che un emendamento parlamentare possa almeno reintrodurre la possibilità di assunzione e va in questo senso la lettera aperta che i circa 120 precari hanno indirizzato ieri ai parlamentari veneziani. «Nelle settimane passate abbiamo tentato di focalizzare l’attenzione dell’amministrazione sulla nostra vicenda», scrivono, «ma invano; abbiamo partecipato ad un tavolo sindacale (sollecitato dal Prefetto, dal momento che l’amministrazione non riteneva utile convocarlo) in cui l’amministrazione ha espresso solo intenzioni teoriche, senza prospettare alcuna soluzione concreta e senza presentare alcun piano occupazionale e di deprecarizzazione, nonostante la specifica richiesta del Prefetto».

Donne in difficoltà. «È da sottolineare come tra le 120 persone che tra pochi giorni perderanno il posto di lavoro ci siano lavoratori che prestano servizio presso questa Amministrazione da 10/15 anni, avendo iniziato la loro carriera tramite i cosiddetti “contratti atipici”.Tra noi ci sono monoreddito, famiglie con bambini, con anziani o disabili a carico. Ci sono soprattutto tante donne ultracinquantenni che molto difficilmente troveranno diversa collocazione nel mondo del lavoro. A noi pare che si profili un’emergenza sociale non irrilevante. Vi chiediamo, perciò, di intervenire in ogni modo possibile, sia a livello locale che nazionale appoggiando in modo trasversale eventuali interventi normativi che possano aiutare l’amministrazione a dare soluzione positiva alla vertenza».

Produttività. Nessuna apertura da parte del Comune sulla distribuzione dei fondi per la produttività dei dipendenti comunali. La Giunta Brugnaro ha ribadito che li distribuirà come meglio crede, in base ai criteri voluti dal sindaco e si prepara, probabilmente, a rinnovare per il secondo anno in solitudine il contratto decentrato. «Certamente reagiremo a tutta questa situazione», commenta il segretario della Cgil, Daniele Giordano, «portando la nostra protesta anche in Consiglio comunale».

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