Il Comune dimezza a 30 milioni il “buco” del Patto di stabilità
Il Comune dimezza il “buco” del Patto di stabilità 2015 - che scende dagli oltre 60 milioni iniziali ai circa 30 attuali - ma lo sforerà comunque, con le penalizzazioni che saranno in arrivo già da marzo, se non sarà il Governo a provvedere con un nuovo provvedimento “Salva Venezia”, come accaduto già nei due anni precedenti.
A Ca’ Farsetti sono in corso gli ultimi conteggi sulla base delle entrate pervenute, ma, nonostante uno sforzo notevole per ridurre la distanza dal vincolo, l’Amministrazione non è riuscita nell’impresa obiettivamente molto complicata di ridurre l’intero disavanzo. Cresce allora la preoccupazione di sindacati e dei dipendenti comunali che rischiano di vedere azzerato lo sforzo per salvare almeno in parte la retribuzione integrativa, che invece verrebbe azzerata già da marzo con lo sforamento del Patto, così come verrebbero bloccate nuove assunzioni. Per questo è già partito un “pressing” nei confronti dei due sottosegretari all’Economia Pier Paolo Baretta e Enrico Zanetti, per chiedere la disponibilità del Governo a azzerare - come già avvenuto negli ultimi due anni - le penalizzazioni per Venezia legate allo sforamento del Patto per il terzo anno consecutivo.
«Effettivamente i sindacati ci hanno chiesto un incontro», conferma Baretta, «che io e il collega Zanetti certamente concederemo, ma mi sembra prematuro affrontare la questione fino a quando il Comune di Venezia non comunica ufficialmente l’avvenuto sforamento del Patto e le sue dimensioni. Certamente - se così sarà - è un problema che riguarderà anche altri Comuni italiani che si trovano in condizioni simili, nell’ultimo anno tra l’altro di adozione del Patto, per cui è ipotizzabile che il Governo tenga conto di questa situazione. Certamente non potrà essere eventualmente il decreto Milleproroghe, che arriva troppo presto in Parlamento per pensare di inserire un emendamento di questo tipo. Potrebbe essere, eventualmente, un provvedimento allargato anche ad altri Comuni».
Non diversa l’analisi di un parlamentare veneziano del Pd come Davide Zoggia: «Bisogna aspettare che il Comune comunichi lo sforamento e richieda un intervento per avviare qualsiasi iniziativa, ma credo che, come già in passato, sia possibile pensare a un provvedimento che non sia limitato solo a Venezia ma anche ad altri Comuni italiani che si sono trovati nelle stesse condizioni, costretti a sforare il Patto». L’assessore al Bilancio Michele Zuin ha ricordato di recente come già in sede di Legge di stabilità il Comune avesse chiesto di scorporare i fondi di Legge speciale e quelli legati al Casinò dal computo per il rispetto del Patto, ma non era, evidentemente, il momento. Ora la questione si ripropone con urgenza.
Enrico Tantucci
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia