Il Comune di Venezia decurta i fondi pure alla preziosa Protezione civile

Ridotti i finanziamenti per le spese correnti, da 75 a 25 mila euro. Rischio paralisi L’assessore: «La situazione è questa, ma in caso di calamità paga lo Stato»
GIORNALISTA: Chiarin .AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: Mestre .DESCRIZIONE: giornata della protezione civile al parco di via Piave
GIORNALISTA: Chiarin .AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: Mestre .DESCRIZIONE: giornata della protezione civile al parco di via Piave

VENEZIA. Protezione civile in bolletta. Non ci sono i soldi per le divise, e nemmeno quelli per pagare le spese di gestione correnti. E il bilancio dei primi sei mesi chiude con un «rosso» di 6500 euro. I tagli del Comune hanno colpito anche l’organizzazione che garantisce gli interventi e il controllo del territorio nel caso di grandi eventi e di calamità naturali. Contributi netti scesi da 75 mila a 25 mila euro, nemmeno sufficienti per le spese di cancelleria.

L’allarme viene dagli stessi volontari. In tutto sono quasi 300, tra il personale che fa capo al Comune e quello delle associazioni. Una rete consolidata che adesso comincia a perdere colpi. «Abbiamo chiesto incontri ma non ci ha risposto nessuno», denuncia un volontario, «alla fine ci ha ricevuto il Capo di Gabinetto del sindaco Morris Ceron. Solo per confermare che quei tagli erano stati fatti».

«Purtroppo siamo costretti dalle difficoltà di bilancio a ridurre i costi», conferma l’assessore alla Sicurezza e Protezione civile Giorgio D’Este, «i tagli hanno riguardato tutti i settori e gli assessorati, dunque anche la Protezione civile». Che fare per scongiurare la paralisi di un servizio da sempre fiore all’occhiello del Comune di Venezia? «Sia io che il sindaco teniamo molto a questo settore e all’opera del volontariato», dice D’Este, «stiamo cercando una strada. Ma fino ad ora purtroppo non l’abbiamo trovata». Secondo l’assessore dell’amministrazione Brugnaro la mobilitazione per le calamità naturali è comunque assicurata.

«In quel caso paga lo Stato, non c’è problema. Piuttosto sono a rischio i grandi eventi». I volontari della Protezione civile vengono infatti convocati non soltanto nell’occasione di incendi, trombe d’aria, acque alte. Ma anche per distribuire acqua al pubblico dei concerti, per «dirigere il traffico pedonale» in occasione delle feste del Redentore, Carnevale, Regata Storica, la Maratona e le partite. «Ci si ricorda della Protezione civile solo quando serve, come il dentista», dice D’Este, «purtroppo la situazione è complicata. E il settore soffre anche perché era stato oggetto di tagli già lo scorso anno». Un bilancio che sfiora in totale il milione di euro. Comprendendo anche gli impianti e la rete antincendio. Alla fine per far andare avanti l’organizzazione restano le briciole. E i volontari adesso annunciano azioni di protesta, che pure non sono nel loro stile.

A rilanciare la Protezione civile comunale negli anni Novanta un pugno di dirigenti capitanati da Maurizio Calligaro, già direttore generale e Capo di Gabinetto del sindaco Massimo Cacciari.

Un incarico confermato anche dal sindaco Orsoni e dal commissario Zappalorto. Con la nuova giunta aveva ceduto il passo a D’Este

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