Il Comune chiede indietro i 500 mila euro già versati
«Accordo vicino? Non credo che faranno un accordo senza dirmelo». Ci scherza su il sindasco Giorgio Orsoni. A Roma per una riunione dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani, non ha nemmeno partecipato alle estenuanti riunioni tecniche in municipio, dove da mercoledì si cerca di trovare un’intesa tra Comune e Acea, il comitato organizzatore presieduto da Stephen Barclay. Un po’ di pretattica e un po’ di protocollo. Non pareva bello che il sindaco si mettesse a discutere di soldi con i manager delle regate. Perché di soldi ormai si tratta, visto che l’edizione 2013 delle World’s cup è definitivamente sfumata. Era la prima richiesta del Comune al giudice, quando due mesi fa il sindaco aveva annunciato la causa civile. «Hanno firmato un contratto, lo devono rispettare», aveva detto Orsoni. Ma a sorpresa gli americani hanno cancellato la data italiana del 2013. E adesso Ca’ Farsetti chiede i danni. O almeno di rientrare con le spese. Il primo contenzioso affrontato nella riunione fiume di mercoledì sera – per il Comune c’erano il direttore generale Marco Agostini e il delegato del sindaco per la manifestazione, il velista e amministratore di Vento di Venezia Alberto Sonino – è stato quello della tassa di iscrizione. 500 mila euro già versati dal Comune l’anno scorso agli organizzatori. Ca’ Farsetti ha chiesto di rientrare dei soldi già versati per una «manifestazione che non si farà». Anche per ragioni di bilancio. Come giustificare una spesa per qualcosa che non è stato fatto? Qualche resistenza da parte degli americani, che in un primo momento accusavano il Comune di non aver rispettato i patti. Ma come contropartita per il ritiro della causa, il Comune ha chiesto un congruo risarcimento per il danno subito. Aspettative non mantenute, che davano per certa la realizzazione in bacino San Marco delle World’s series 2013. Agenzie, organizzazioni, pubblicità, aziende e hotel pronti a sfruttare la settimana di eventi velici di altissimo livello. Il Comune – e il sindaco – si erano spesi parecchio. Invece l’Arsenale resterà vuoto. Nel pacchetto proposto agli americani – e in un primo momento respinto – anche la dichiarazione pubblica che se la regata non si fa più, la responsabilità è degli organizzatori che hanno cambiato idea. Il risarcimento, non ancora definito, potrebbe servire ad allestire una manifestazione alternativa. Regate di vela a livello europeo per riempire il buco. Non saranno i catamarani della Coppa America, ma potrebbe essere la dimostrazione di come manifestazioni come quelle siano realizzabili. Compatibili con la laguna, per niente impattanti e capaci di dare di Venezia un’immagine un po’ diversa dalla monocoltura turistica. Idea ancora da definire. «Per l’accordo», dice Orsoni, «ci vorrà ancora qualche giorno».
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