Il commissario ha finito, Provincia in pensione
MESTRE. I dipendenti della ormai ex Provincia di Venezia, ancora in ansia per la loro ricollocazione nella nuova Città Metropolitana in costituzione, hanno perfino applaudito il commissario straordinario e lui - al termine dell’incontro di commiato tenutosi l’altro ieri nella sede mestrina di via Forte Marghera - ha voluto stringere la mano a tutti perché «le risorse umane sono la prima e più importante risorsa di qualsiasi amministrazione pubblica». Il commissario Cesare Castelli, dopo sette mesi di lavoro per traghettare l’abolita amministrazione provinciale verso la nuova Città Metropolitana, è soddisfatto del lavoro che è riuscito ad attuare, anche se ammette che «molto resta ancora da fare da parte del consiglio metropolitano e della Regione» per definire a chi passeranno le «funzioni fondamentali» esercitate dall’ex amministrazione provinciale che riguardano gli edifici scolastici, la viabilità nelle strade di sua competenza, i trasporti pubblici locali, i Centri per l’Impiego che debbono continuare a gestire al meglio l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e la tutela dell’ambiente e della salute pubblica».
«Quello che auguro a una città splendida come Venezia e agli altri 43 comuni della sua ex provincia», ha aggiunto, «è che ci sia la volontà di superare gli eccessivi campanilismi e lavorare a favore e non contro il nuovo ente chiamato a svolgere un ruolo essenziale nel territorio per il bene comune».
Cesare Castelli è stato nominato commissario lo scorso 12 gennaio e vedrà scadere formalmente il suo mandato nel giorno in cui si insedierà e comincerà a lavorare il nuovo Consiglio metropolitano che sarà eletto dai circa 700 consiglieri comunali sindaci del 44 comuni della provincia di Venezia. Il Consiglio metropolitano sarà eletto domenica 9 agosto e il giorno dopo sarà lo stesso Castelli a proclamare l’elezione dei 18 consiglieri e del sindaco metropolitano che per diritto (salvo decisioni diverse, come l’elezione diretta che sarà decisa in fase di stesura dello Statuto) sarà lo stesso sindaco del comune capoluogo di Venezia. Dopo di che, entro 20 giorni, il neoeletto Consiglio Metropolitano dovrà redigere lo Statuto di accordo con la Regione per quanto riguarda la rassegnazione delle funzioni fondamentali.
Il commissario Castelli, che ha una grande esperienza amministrativa, compresa l’ultima fatta a Brindisi per istituire la nuova Città Metropolitana - ha annunciato di aver presentato al sindaco Brugnaro una sua bozza di Statuto, elaborata con i dirigenti della ex Provincia e non nasconde la complessità e le difficoltà dei problemi che sindaco e consiglieri metropolitani dovranno risolvere per istituire a tutti gli effetti il nuovo ente metropolitano.
Per quanto riguarda il bilancio, Castelli dice con orgoglio di avere chiuso in pareggio quello di quest’anno, almeno fino ad agosto, scadenza del suo mandato. «Bisognerà», ha detto ieri in conferenza stampa, «difendere e valorizzare strutture importantissime come i Centri per l’Impiego e i preziosi Centri di Formazione professionale, ma anche avere molta pazienza e disponibilità al confronto per sciogliere altri importanti nodi. I Comuni che appartenevano alla provincia di Venezia potranno, infatti, decidere di staccarsi o meno dalla nuova Città Metropolitana di Venezia, magari per aggregarsi con altre realtà territoriali. Ma dovranno anche essere in grado di promuovere un’efficace riorganizzazione amministrativa con una ottimale distribuzione del personale, come stiamo facendo con una sessantina di dipendenti dell’ex Azienda provinciale del Turismo, che stiamo pian piano ricollocando».
Ci sono, per esempio, da recuperare immobili preziosi e abbandonati come villa Widman a Mira, venderne altri (il Kursal di Chioggia) e valorizzare ancor più l’isola di San Servolo nell’ambito di un piano di coordinamento turistico che «dovrà coinvolgere Venezia al pari di tutti degli altri comuni dell’area metropolitana».
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia