Il comitato No Gpl chiama Costa «Ecco come bloccare l’impianto»

I militanti contrari ai mega serbatoi a colloquio con il presidente del Porto per definire la strategia «Assurdo prevedere una simile opera nel cuore del porto e in previsione di un terminal off-shore»
Di Elisabetta B.anzoletti

CHIOGGIA. Pressing su Comune e Capitaneria di porto per contrastare il rilascio dell’autorizzazione per l’utilizzo della banchina demaniale sull’area del deposito gpl. La nuova strategia è stata suggerita ieri da Paolo Costa, presidente dell’Autorità portuale di Venezia, a cui si sono rivolti i militanti del comitato No Gpl. Costa ha ribadito tutte le perplessità sulla scelta di collocare un impianto di gpl nel cuore del porto commerciale, a due passi dalla Marittima passeggeri e dal centro storico. «Che Costa avesse molte riserve sull’impianto lo sapevamo già», spiega Barbara Penzo consigliere comunale del Pd e membro del comitato, «ma abbiamo voluto approfondire la sua contrarietà e capire quali altre mosse possiamo fare per tentare di bloccare il deposito anche alla luce dell’unificazione delle autorità portuali di Chioggia e Venezia sotto un’unica cabina di regia. Non si conoscono ancora i nomi di chi avrà incarichi nell’autorità portuale unica, ma Costa ci ha già dato alcuni suggerimenti importanti». Tra questi quello di insistere perché il sindaco Alessandro Ferro (che siede di diritto nel cda della nuova Autorità portuale) si metta di traverso quando e se verrà chiesto il rilascio dell’autorizzazione per la banchina.

«Quando e se è d’obbligo», spiega Penzo, «perché lo scenario è ancora confuso. Al momento la competenza è della Capitaneria, a cui Costa invierà una richiesta formale per avere una relazione dettagliata sullo status quo, ma se nel frattempo verranno formalizzati gli incarichi dell’Autorità portuale, le cose potrebbero cambiare. Ci ha detto di fare pressing sul sindaco perché si metta di traverso. Cosa che non mancheremo di fare. Costa ci ha anche ribadito l’assurdità di pensare un impianto di queste dimensioni e di questo impatto nel cuore del porto e nelle previsioni di un terminal off shore a cui Chioggia ha aderito con un protocollo d’intesa firmato a suo tempo».

Il comitato No Gpl è in attesa della data dell’incontro con i funzionari del Ministero dello sviluppo economico, a cui sarà portato il documento approvato all’unanimità dal Consiglio comunale in cui si elencano le perplessità della città, e sta pensando a una nuova manifestazione pubblica per tenere alto l’interesse sull’argomento.

«Il documento politico», spiega il vicesindaco, Marco Veronese, «sarà firmato anche dalla giunta e sarà corredato dalle firme raccolte, oltre 10.000, per dire no all’impianto. Il documento spiega che la struttura andrà a pregiudicare l’attività portuale e la crocieristica, sottolinea la vicinanza con il centro storico, la ferrovia, le scuole, le attività commerciali. Si evidenziano le lacune nell’iter procedurale, come l’assenza di Via e del Piano di sicurezza del porto e soprattutto il fatto che manca la concessione demaniale marittima della banchina che dovrà essere utilizzata. Abbiamo chiesto a Aspo come mai la banchina, già collaudata, non venga data in concessione alle imprese portuali».

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