Il Comitato No Gpl alla carica «Chiesto a Cantone di verificare»

Procedure adottate per il deposito, esposto all’autorità anticorruzione. Il presidente Rossi: la Procura finalmente ha aperto un fascicolo e chiederemo all’Urbanistica se c’è l’autorizzazione paesaggistica
Il presidente nazionale dell'Autorit?? Anticorruzione, Raffaele Cantone, durante un incontro con gli studenti dell'istituto comprensivo Leopardi di Torre Annunziata (Napoli), 16 maggio 2016. ANSA/ CIRO FUSCO
Il presidente nazionale dell'Autorit?? Anticorruzione, Raffaele Cantone, durante un incontro con gli studenti dell'istituto comprensivo Leopardi di Torre Annunziata (Napoli), 16 maggio 2016. ANSA/ CIRO FUSCO

CHIOGGIA. Un nuovo esposto all’autorità anticorruzione e una diffida al dirigente comunale per verificare se esista un abuso edilizio per la mancata richiesta di autorizzazione paesaggistica. Il comitato No Gpl affila le armi e continua la battaglia in ogni direzione per tentare di fermare il cantiere del deposito gpl di Punta Colombi. Le continue segnalazioni pare abbiano indotto anche la Procura della Repubblica di Venezia a aprire un fascicolo, al momento senza indagati e senza ipotesi di reato, per fare chiarezza.

Il comitato sta proseguendo nell’analisi di tutti i documenti che hanno portato al decreto autorizzativo interministeriale del maggio 2015 in cerca di falle e vizi a cui fare appello per bloccare il cantiere. Uno studio che ha portato all’esposto sulle anomalie dell’analisi dei rischi elaborato dalla Socogas e ora a un esposto diretto al presidente dell’autorità nazionale anticorruzione (Anac) Raffaele Cantone. «Ci siamo ritrovati con un impianto di queste dimensioni (9000 metri cubi pari a 36.000 litri di gpl) senza esserne informati», spiega Roberto Rossi, presidente del comitato, «dalle autorità pubbliche locali, come invece prevede la legge, nonostante il forte impatto sul territorio. I cittadini si sono accorti di quello che stava accadendo solo quando sono risultati evidenti i lavori della ditta. A nostro parere l’autorizzazione di questo deposito è viziata da mancanza di pareri obbligatori e presenza di pareri errati, non si sa se espressi in buona fede o in malafede. Chiediamo a Cantone di fare tutte le verifiche del caso perché crediamo ancora nella giustizia».

Nell’esposto sono elencate tutte le criticità rilevate in tre mesi di lavoro del comitato e tutte le tappe del progetto. In parallelo il comitato ha presentato anche una diffida al dirigente all’Urbanistica Stefano Penzo sostenendo che il cantiere possa configurare un abuso edilizio e che vadano fatti degli accertamenti. «Visto che il cantiere si trova nella conterminazione lagunare», sostiene Rossi, «inserita tra i siti patrimonio dell’Unesco e soggetta a vincoli particolari, chiediamo di verificare se esista l’autorizzazione paesaggistica rilasciata dall’autorità competente. Se così non fosse ci troviamo davanti a opere abusive e chiediamo che si proceda con la sospensione dei lavori come previsto dall’articolo 3 del decreto 42 del 2004. Se il Comune ritenesse di non poter agire d’imperio perché si tratta di opere statali, la stessa legge del 2004 prevede che si avverta la Regione e il Ministero delle infrastrutture indicando la mancata autorizzazione in modo che possano procedere con la sospensione dei lavori». In tre mesi il comitato ha inviato segnalazioni, diffide e esposti a tutti gli enti coinvolti nel tentativo di aprire un varco che porti a un supplemento di indagini. «Qualcosa si sta muovendo», spiega Rossi, «la Procura ha finalmente aperto un fascicolo. Non ci sono ipotesi di reato né persone indagate, ma solo verifiche per fare luce su tutto l’iter».

Elisabetta Boscolo Anzoletti

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia