Il comitato: «Bloccate il cantiere»

Chioggia. Richiesta dei No Gpl ieri al vertice con il sindaco Ferro: prima serve il parere del ministero
Di Elisabetta B. Anzoletti

CHIOGGIA. Blocco del cantiere in via cautelativa. Lo ha chiesto ieri, senza giri di parole, il comitato No Gpl agli amministratori comunali durante un confronto che si è tenuto in sala consiglio. Un’ipotesi su cui i Cinque stelle stanno ragionando, ma che non arriverà prima di avere in mano la risposta scritta del Ministero dello sviluppo economico in cui sia evidente che il cantiere non ha il titolo edilizio. Risposta che non ha soddisfatto il comitato che la settimana prossima partirà con la diffida al Comune.

Faccia a faccia. Ieri, alle 17.30 il comitato è stato convocato dall’amministrazione comunale per fare il punto della situazione. Gli attivisti hanno trovato in sala consiglio lo stato maggiore dei Cinque stelle (sindaco, tre assessori, presidente del Consiglio e parte del gruppo consiliare). «Ci hanno convocato loro», spiegava il presidente del comitato, Roberto Rossi, qualche ora prima del confronto, «ci attendiamo qualche notizia importante. I tempi sono maturi e il quadro è delineato, speriamo che l’amministrazione si sia decisa a dare un segnale forte».

Segnale forte. Il segnale auspicato dal comitato è la sospensione del cantiere in via cautelativa, per il tempo necessario a dimostrare che mancano autorizzazioni fondamentali e a convincere il Mise a riaprire l’iter con una nuova conferenza dei servizi. «Abbiamo chiesto il blocco dei lavori», spiega Rossi, «l’avvocatura regionale ha spiegato in modo chiaro che il decreto interministeriale non vale da autorizzazione unica. Altri tecnici lo hanno confermato. Occorre rompere gli indugi e mettere i sigilli al cantiere come si fa per qualsiasi lavoro in corso che non abbia tutte le autorizzazioni in ordine».

Prudenza. L’amministrazione non ha accolto l’invito del comitato e ha chiesto ancora un po’ di tempo. «Siamo in attesa della risposta del Mise», spiega il sindaco, Alessandro Ferro, «abbiamo esplicitamente chiesto se il decreto vale o no da autorizzazione unica. Appena avremo la risposta agiremo di conseguenza. Se ci diranno che non vale avremmo l’assist per bloccare il cantiere, se ci diranno che vale valuteremo altre strade, se non ci risponderanno si aprirà un ulteriore scenario. Non possiamo formulare un quesito al ministero e poi decidere per conto nostro senza aspettare un tempo congruo per la risposta. Sul blocco cautelativo stiamo ragionando, ma i tempi non sono ancora maturi».

Delusione. «Sinceramente ci aspettavamo qualcosa di più», spiega Rossi, «gli elementi per agire ci sono, questo è il momento per dare un segnale forte alla politica. Se l’amministrazione non procede, andremo avanti con la diffida».

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