Il circuito “luxury” per salvare la Torre Aquileia

Jesolo. La proposta degli immobiliaristi sul turismo d’élite «I grattacieli non vanno più». «Ma fanno immagine»
COLUCCI FGAVAGNIN JESOLO TORRE AQUILEIA
COLUCCI FGAVAGNIN JESOLO TORRE AQUILEIA
JESOLO. I grattacieli di Jesolo nel circuito “luxury” per un turismo di medio alto livello internazionale. La possibile soluzione per il rilancio delle torri arriva dal mondo immobiliare, mentre è andata semideserta anche la quarta asta della Torre Aquileia nel concordato preventivo seguito dal liquidatore Marco Crisanti dello studio di Treviso. Il presidente provinciale e consigliere nazionale Fimaa-Confcommercio, Alessandro Simonetto, ha analizzato da tempo la questione torri.


«Esiste una fascia medio alta», spiega, «che ritiene appetibile anche questo genere di proposta di sviluppo verticale. Stiamo parlando di un turismo di nicchia, spesso straniero, che si inserisce nel circuito luxury che potrebbe rappresentare oggi l’ultima risorsa».


La Torre Aquileia ha affrontato la strada del concordato preventivo, ma resistono strenuamente le altre costruzioni quali le torri di piazza Drago e il grattacielo Merville in Pineta. Il vero problema, al di là dei dibatti e la discussione appassionante sul loro reale appeal, è che sono state costruite quando è iniziata la crisi economica a livello globale e immobiliare soprattutto.


Il presidente del Cda della Drago Srl, Domenico Finotti, quella delle due torri, ha cercato di affittare nel lungo periodo, non solo stagionalmente, per una selezione degli acquirenti. Con mille euro al mese si può affittare un magnifico appartamento su una delle due torri. E i risultati si sono visti. Ora restano un po’ di appartamenti e uffici da vendere, il 30 per cento, mentre altrettanti sono affittati.


Al Merville, il fondo Copernico gestito dalla società Numeria, che ha acquistato gli appartamenti ha abbassato i prezzi fino al 30 per cento e introdotto le formule di affitto, circa 24 mila euro a stagione, nella prospettiva di un acquisto che possa poi scalare i soldi spesi. La domanda si è risvegliata, soprattutto nel mercato russo e dell’est.


«I grattacieli non hanno attratto acquirenti in massa come ci si attendeva», dice il sindaco, Valerio Zoggia, «bisogna prenderne atto. E, infatti, non ne sono stati più realizzati. A Jesolo i turisti interessati e i potenziali acquirenti hanno cercato soprattutto villaggi di lusso, abitazioni basse con giardini e piscine». Ma non è tutto da buttare via voltando pagina.


Il presidente della Confcommercio mandamentale, Angelo Faloppa, svela quello che potrebbe essere il vero ruolo dei grattacieli.


«Sono un punto fondamentale dell’immagine di Jesolo», spiega, «perché molti turisti sono venuti a Jesolo per vederle, incuriositi dai progetti degli archistar che le hanno concepite. E se è vero che poi non hanno comprato, è altrettanto vero che si sono interessati ad altre soluzioni che potevano essere ville, villette, villaggi, appartamenti».


Le torri diventano così monumenti architettonici che, se interessati da una campagna di marketing mirata, potrebbero legarsi maggiormente all’immagine della città per poi diventare nuovamente appetibili sul mercato e superare una volta per tutte questa fase di stallo. Insomma, dovrà diventare chic e di tendenza, oltre che alla portata, abitare su uno dei grattacieli di Jesolo e indipendentemente dal piano alto o basso che sia.


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