Il centro profughi a Conetta? È una «discarica africana»
CONA. Mentre entro mercoledì la Prefettura renderà pubblica la nuova gara d’appalto per l’accoglienza diffusa dei migranti assegnati alla provincia di Venezia, la Digos sta indagando su una scritta comparsa a Conetta contro gli ospiti dell’ex base militare. Una scritta fatta in colore bianco e con un grosso pennello, dove Conetta viene indicata come “discarica africana”. Il riferimento è all’ex base militare che ospita i 1.063 migranti. Per gli investigatori della Digos che hanno alzato nuovamente l’attenzione sul paese è stata lasciata da qualcuno della zona. Per il momento non si registrano minacce o allerta per possibili azioni di protesta contro il centro di accoglienza e i suoi ospiti.
Giovedì a Roma è previsto un incontro tra i rappresentanti delle varie Prefetture e il direttore del Servizio Migrazione del Ministero dell’Interno, per approfondire i nuovi indirizzi che riguardano le gare d’appalto per l’accoglienza diffusa. A proposito il Prefetto di Venezia Carlo Boffi spiega: «Ho introdotto delle novità per cercare di aumentare il numero dei soggetti che parteciperanno. Anche se mi rendo conto che non è semplice».
Il bando per l’accoglienza diffusa, in provincia di Venezia, riguarda 3.000 posti. Una gara che per il prefetto Carlo Boffi andrà non del tutto deserta, ma quasi. Se invece la risposta fosse positiva e la disponibilità consistente, si procederebbe a svuotare Cona. Successivamente sarà indetta la gara per la gestione del centro di Conetta e di sicuro non potrà essere per tutte le persone che ora sono ospitate. Saranno numeri inferiori. In questo momento, per la gestione di Cona, la Prefettura è in deroga in quanto l’appalto è scaduto a fine dicembre 2016. Nel frattempo è stata fatta la gara per la gestione e l’ospitalità dei minori non accompagnati. Si tratta di 50 posti. In provincia di Venezia non c’era nessuna struttura che accoglieva i minori assegnati. La Prefettura continua a cercare strutture che accolgano dai 100 ai 200 richiedenti asilo in edifici e aree di proprietà del Demanio, distribuite in tutto il Veneto e anche nei Comuni che dicono no a ospitare profughi. Questo nel segno delle linee dettate dal piano del Ministero dell’Interno per svuotare parzialmente le strutture di Cona, Bagnoli, Treviso e Oderzo molto a rischio rivolta. In queste ex caserme sono state ammassate complessivamente oltre 2.100 persone. Il piano, realizzato in collaborazione tra Ministero dell’Interno e Anci nazionale, per l’accoglienza diffusa, prevede un maggior coinvolgimenti dei Comuni. Prima di tutto stabilisce le quote per ogni singolo paese basando il calcolo su un rapporto che varia da 2 a 3 migranti ogni mille abitanti. Viene stabilito che i Comuni fino a 2.000 abitanti devono accogliere almeno sei migranti. Per le Città metropolitane il rapporto cambia: per evitare che una città come Venezia si ritrovi ad avere forti ammassamenti il rapporto diventa di due profughi ogni mille abitanti.
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