Il centro di preghiera è abusivo I fedeli se ne devono andare

Nella sede del controverso gruppo pentecostale “Luce del mondo” riscontrate irregolarità edilizie Ordinanza non rispettata, ora interviene il Comune. Il portavoce Gomez: «Errori fatti in passato»
Di Francesco Furlan

MESTRE. I fedeli della chiesa Luz del Mundo dovranno trovarsi un altro luogo per incontrarsi e pregare: il centro di via Cappuccina 113/a che è anche sede nazionale della discussa chiesa pentecostale di origini messicane è infatti abusivo, aperto già da alcuni anni ma abusivo. Lo hanno scoperto, in un sopralluogo di alcuni mesi fa, i tecnici comunali che hanno poi redatto la relazione. Gli abusi riguardano la realizzazione di una parete in legno alzata per ricavare un bagno e un ripostiglio, l’apertura di ampie vetrate dalla larghezza di quattro metri. Ma a pesare è soprattutto il fatto che non è mai stato chiesto il permesso per trasformare il negozio in centro religioso. Nessuno, cioè, ha chiesto il cambio di destinazione d’uso di un locale commerciale a centro per attività religioso culturale a favore della “Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità, la Luce del Mondo” così come si chiama in Italia la chiesa della Luz del Mundo. L’edificio è aperto da alcuni anni ma i controlli sono scattati solo di recente dopo la segnalazione di una residente del quartiere.

Dopo le ordinanze di demolizione degli interventi abusivi, risalenti alla fine di maggio, la polizia municipale è tornata in sopralluogo il 30 settembre accertando che nulla era stato fatto e che i fedeli della chiesa - una trentina - continuavano a trovarsi per la preghiera. Motivo per cui il Comune ha ora deciso di agire d’ufficio per la demolizione delle opere abusive, addebitando poi i costi dei lavori alla proprietà dell’immobile.

Il centro è usato dai fedeli della chiesa ma è di proprietà di Michele Cavallin, oggi residente a Milano, che tra i primi in Italia promosse la diffusione della chiesa pentecostale, aprendo la prima sede proprio a Mestre, che tuttora risulta essere sede nazionale nonostante ci siano comunità più numerose in grandi città come Roma. Il responsabile della comunità veneziana è Zacarias Gomez, il ministro - con questo titolo è chiamato nell’ambito della comunità - inviato da Roma a Venezia un mese fa per volontà della sede centrale della chiesa, a Guadalajara. «Il problema nasce perché il centro religioso, pur essendo stato acquistato con i soldi della nostra chiesa è stato intestato a Michele Cavallin», spiega Gomez, «che nei primi anni si occupava delle gestione amministrativa della chiesa a Venezia. Dopo pochi giorni che sono arrivato in città ho ricevuto la visita dei vigili urbani ma non ho potuto vedere la documentazione che contesta gli abusi edilizi, perché intestata a Michele Cavallin». Se ci sono stati degli abusi edilizi negli anni scorsi - è la tesi di Gomez - la comunità non ne è a conoscenza. «Stiamo cercando di capire anche noi». In ogni caso l’obiettivo della comunità - dice sempre Gomez - è vendere l’attuale sede per poi po cercarne una più grande, capace di ospitare almeno cento persone. Bisognerà però fare in fretta perché quell’ex negozio non potrà più essere un centro per la preghiera.

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