Il cenone di Capodanno? Meglio a casa
Ha senso proporre il cenone di Capodanno se alla fine non si recuperano neppure le spese? È questa la domanda che si sono fatti quest’anno molti ristoratori mestrini e più di qualcuno ha risposto negativamente: no, non ha senso. Ecco così che nella terraferma veneziana un ristorante su quattro resterà chiuso proprio la sera del 31, dato che il gioco non vale la candela.
A fotografare la situazione ci ha pensato l’Adico di Venezia che sabato ha contattato 24 locali mestrini (anche pizzerie) per valutare il trend delle prenotazioni. Risultato? A sorpresa. È emerso infatti che più di qualcuno per il veglione di San Silvestro non aprirà. «Il risultato ci ha lasciato stupiti», commenta Carlo Garofolini, presidente dell’associazione, «negli altri anni non succedeva così. Però i ristoratori ci hanno spiegato che il rischio di avere più spese che guadagni è davvero alto. Non ha dunque senso tenere aperto».
In effetti, da un’indagine dell’Adico su un campione di circa 400 associati, si evince che il 68% dei mestrini quest’anno farà il cenone a casa, con un incremento del 10% rispetto allo scorso anno. «D’altra parte», commenta ancora Garofolini, «stando a casa si può risparmiare moltissimo».
I sintomi della crisi si individuano anche tramite altre considerazioni relative alla notte di San Silvestro in ristorante. «Rispetto agli altri anni», continua il rappresentante dei consumatori, «due clienti su tre chiedono un menù alla carta perché preferiscono mangiare qualcosa di meno per scongiurare salassi. Certo, a volte si possono avere brutte sorprese e si rischia di pagare di più rispetto al menù fisso. Ma la gente è diventata sempre più accorta».
Un’altra caratteristica di questo Capodanno, come rivelato dagli stessi ristoratori, è il rapporto fra le tante richieste di informazioni e il numero di prenotazioni. «Secondo il nostro monitoraggio», continua Garofolini, «quasi tutti i locali hanno ancora delle disponibilità, ad eccezione dei più piccoli, tipo la Cuccagna o Al Buso. I titolari delle attività ci hanno spiegato, però, di aver ricevuto in questi giorni moltissime telefonate ma le conferme sono state nettamente inferiori. A pochi giorni dal cenone c’è chi deve ancora decidere se uscire o restare a casa. Sarà un veglione last minute».
Per quanto riguarda i prezzi dell’abbuffata fuori casa, sono rimasti pressoché invariati rispetto all’anno passato. Si può andare dai 55 euro (menù fisso di pesce) della Serenella in via Bissuola o (ma menù di carne) del Buso, ai 100 euro della trattoria Amelia o agli 80 del ristorante Da Ciano di viale Ancona. In generale la spesa media si attesta fra i 60 (ristorante Da Gigi) e i 70 euro (ai Veterani) in linea con gli ultimi difficili anni. Un’altra caratteristica emersa dall’indagine riguarda i “botti” di Capodanno. «Il 70% degli intervistati per Capodanno non li comprerà», fa sapere Garofolini, «fra questi poco meno della metà erano invece soliti festeggiare con qualche botto l’arrivo della mezzanotte». Alla fine, conclude il rappresentante dei consumatori, «quello che emerge chiaramente è che ancora una volta la gente non ha disponibilità economiche. Anche i lavoratori dipendenti hanno visto sparire in pochi giorni la propria tredicesima fra bollette e spese varie. Si attendono momenti migliori».
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