«Il Casinò ha perso quote di mercato»

Molina (Pd) attacca la gestione cifre alla mano. Ravà replica: colpa della crisi, ma nello chemin le abbiamo guadagnate

«I risultati del Casinò di Venezia dal 2009 al 2013 hanno visto una perdita di incassi annui pari a 55 milioni dovuti alla crisi del settore, a cui vanno a sommarsi ulteriori 9,5 milioni di euro di passivo annuo da imputarsi alla attuale gestione. Infatti, se la crisi del settore incide per il 32,99 per cento sul mercato, il Casinò di Venezia subisce una flessione ulteriore del 3,07 per cento in seguito alla perdita di quote di mercato nei confronti delle altre case da gioco italiane, che peraltro non possono vantare i flussi turistici della Città di Venezia. Risulta quindi evidente che la Casa da Gioco patisce l’assenza di un piano industriale e la non idonea competenza dei manager che la amministrano». L’attacco al management attuale del Casinò - e al direttore generale della casa da gioco Vittorio Ravà - è del consigliere comunale del Pd Jacopo Molina, con un intervento e una tabella che documenta appunto la perdita della quota di mercato.

«Deve dunque essere avviata una approfondita ricognizione - insiste Molina - volta ad individuare le responsabilità del management (direttore generale in primis) e del Consiglio di Amministrazione del Casinò per il fallimento della gara, provvedendo a nuove nomine anche per le direzioni giochi e slot – machines, responsabili della perdita di quote di mercato nei confronti degli altri Casinò italiani, individuando all’interno dello staff aziendale le figure con maggiori competenze specifiche in ogni settore». Il consigliere renziano del Pd è anche contrario a una nuova gara per la cessione della gestione. «Dobbiamo investire sul Casinò - infatti ribatte - non servono investimenti faraonici ed esistono progetti già approvati di ampliamento degli spazi e dell’offerta di intrattenimento che sono stati accantonati a favore del pessimo tentativo di “privatizzazione”. Ricordo che, in forza della attuale Convenzione, approvata nel 2012, è previsto che il Casinò versi al Comune circa 27 milioni di euro annui. Il bando di gara della “privatizzazione" prevedeva un riconoscimento al Comune di Venezia di 500 milioni in 30 anni ed è andato deserto; pertanto, 16,6 milioni annui sono stati ritenuti dai possibili soggetti interessati una cifra fuori mercato. Ne consegue che quello che oggi la Casa da Gioco dà al Comune è una cifra ragguardevole rispetto alle condizioni attuali del mercato e privarsene sarebbe un grave danno per la Città».

Replica secco all’attacco di Molina il direttore generale del Casinò Vittorio Ravà sulla perdita di quote di mercato sotto la sua gestione. «La quota di mercato è significativa per giochi come lo chemin de fer, dove quella di Venezia è crescita fino al 55%, perché qui si spostano i flussi di giocatori, non certo per le slot-machines, dive si va nei Casinò più vicini. Per quanto riguarda la dimensione più ampia delle perdite di Venezia, la crisi si è sentita di più al Nordest, più ricco, e per questo la caduta è stata più fragorosa. Ricordo che quello di Venezia è l’unico Casinò che cede al Comune il 25% dei suoi incassi, quando Saint Vincent si ferma al 10%, Sanremo al 12 e anche la quota di Campione è più bassa». (e.t.)

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